Palermo – La cultura come volano dell’economia e come settore dove attrarre gli investimenti. Ma spesso soprattutto in Sicilia le grandi possibilità culturali della regione non sono sfruttate in pieno e la spesa dedicata a questo settore e tra le più basse d’Italia. E’ questo il risultato del rapporto di Federculture è la Federazione nazionale che raggruppa Enti Locali, Regioni, Aziende di Servizio Pubblico Locale e Nazionale e i soggetti pubblici e privati che gestiscono i servizi legati alla cultura, al turismo, allo sport e al tempo libero. La cultura per lo sviluppo del Mezzogiorno deve diventaare il motre del progresso per superare questo momento di crisi.Il primo nemico di questo processo è la burocrazia.
In questo momento in Sicilia come in tutte le regioni meridionali le famiglie investono sempre meno in cultura.
Un fenomeno registrato sia a livello nazionale che locale: nel 2012 la fruizione culturale, ad esempio, crolla in tutti i settori e gli italiani rinunciano al teatro, -8,2%, al cinema, -7,3%, ai concerti, -8,7%. Allo stesso modo diminuiscono i siciliani che vanno ai concerti, -14%, che visitano i monumenti, -5%, o che seguono gli spettacoli sportivi, -16,5%. In controtendenza, però, nella regione i dati relativi ai residenti che vanno a teatro, +4,8%, alle mostre +1% e al cinema,+2%.
Proprio sul fronte della spesa culturale nella regione i dati dimostrano un certo ritardo rispetto al resto del Paese. La Sicilia, in base agli ultimi dati regionali disponibili (2010), si colloca ben al di sotto della media nazionale (7,3%) con una spesa familiare per cultura e ricreazione del 5,8% su quella totale e molto distante dalla regione italiana i cui abitanti spendono di più, il Piemonte con l’8,8%.
Un dato, quello siciliano, analogo ai valori di tutto il Mezzogiorno dove il valore medio di spesa delle famiglie per la cultura è del 5,7%, con punte negative del 5,3% in Calabria e del 5,5% in Campania.
L aSicilia come il resto delle altre rgioni meridionali soffre di paradosso: a fronte diLa regione con 111 siti culturali, tra monumenti, musei e aree archeologiche, detiene il 26,4% del patrimonio culturale nazionale (con riferimento ai siti statali), ma attrae solo il 9,2% dei visitatori di questi beni, e incassa il 10,6% degli introiti totali. Inoltre il trend di visitatori e incassi è in diminuzione: nel 2012 i primi sono scesi del 3,2% mentre gli incassi hanno segnato un – 6,3% rispetto allanno precedente, pure in presenza di una crescita del turismo internazionale del 7,4%.
Il settore culturale negli ultimi anni ha registrato una forte sottrazione di risorse sia alivello nazionale che regionale.
In questo contesto il Comune di Palermo, con riferimento al 2011 (dati più recenti disponibili), si colloca decisamente al di sotto della media nazionale con una spesa nel settore culturale pari all’1,65% del bilancio totale ed un stanziamento per abitante pari a 20,6 euro.
Acercare di esorcizzare quanto è emerso dal Rapporto di Federculture sia il Sindaco Leoluca Orlando che l’Assessore Francesco Giambrone hanno sottolineato: “La netta inversione di tendenza innescata da questa Amministrazione comunale rispetto al passato: nel 2011 la spesa per la cultura era stata pari ad appena lo 0,6% del bilancio comunale e già ora è raddoppiata arrivando al 1,2 con l’obiettivo di raggiungere entro il 2019 la media nazionale, che è il 3%.”
“Questa Amministrazione ha fatto la chiara scelta politica di investire sulla cultura e sulle politiche culturali come strategia di governo della città, che è sì confermata dalla candidatura a Capitale Europea, ma è testimoniata da tanti atti concreti, piccoli e grandi
volti a rimettere in moto un percorso di sviluppo che valorizzi il nostro patrimonio e la nostra tradizione mettendone a frutto le enormi potenzialità.”
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