Rapina banca Boccadifalco, a Palermo. Banda tradita dal traffico: due arresti. La polizia ha fermato i palermitani Gaetano Di Mariano, 42 anni, e Girolamo Castiglione, 42 anni, accusati di essere i responsabili di una tentata rapina aggravata in concorso e resistenza a pubblico ufficiale.
Ecco la ricostruzione dei fatti della polizia. Intorno alle 13,45 di mercoledì, la Sala Operativa della Questura dirama nota radio di rapina in corso presso la Banca Sella di via Boccadifalco ad opera di tre uomini.
Immediatamente sul posto arriva una Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico. Nota due individui, corrispondenti alle descrizioni dei rapinatori, fuggire in direzione dei giardinetti che si affacciano sulla vicina via Umberto Maddalena.
Nel frattempo arrivano numerosi altri equipaggi che si mettono alla ricerca dei fuggitivi. Una volante, nei pressi di via Maddalena, nota due uomini intenti a scendere dal muro di cinta dei giardinetti, servendosi di una scaletta, i quali, alla presenza dei poliziotti, simulando indifferenza e tentando di coprirsi il volto con il bavero dei giubbotti, raggiungono un’auto parcheggiata poco distante e si allontanano, tentando di dileguarsi.
Dopo un breve inseguimento, rallentato per l’intenso traffico cittadino. In piazza Pietro Micca i poliziotti riescono a bloccare i due. All’interno dell’auto vengono rinvenuti passamontagna neri, scaldacollo con fori posti all’altezza degli occhi, un coltello a scatto e diverse fascette per cablaggio.
I due fermati vengono condotti presso gli Uffici della Questura dove, nel frattempo, era sopraggiunto il direttore della filiale. Racconta come, poco prima, mentre si trovava all’interno dell’agenzia, in quel momento chiusa al pubblico, sente dei violenti colpi provenire dal corridoio. Immediatamente dopo scorge tre individui incappucciati i quali, mediante l’utilizzo di una scala, si introducono all’interno della banca attraverso una finestrella posta sul retro.
Una volta dentro l’istituto lo minacciano con un coltello, intimandogli di aprire la cassaforte, cosa impossibile a causa del meccanismo automatico di chiusura temporizzata. Improvvisamente, uno dei tre malviventi urla “sirene, sirene”, allertando gli altri componenti della banda che fuggono dalla finestrella da dove erano entrati, lasciando sul posto un involucro contenente della valuta estera e la scala precedentemente utilizzata. Sono in corso ulteriori indagini per risalire all’identità del terzo complice.
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