Nel corso del Consiglio Comunale tenutosi lunedì 3 Aprile scorso il Comune di San Giovanni La Punta ha avuto l’opportunità di dotarsi di uno strumento per la “Costituzione di parte civile del Comune nei procedimenti giudiziari relativi a violenza sulle donne”; e di un “Codice di condotta per la tutela e la prevenzione di discriminazioni, molestie sessuali, morali o psicologiche – mobbing, delle lavoratrici e dei lavoratori” del Comune stesso, grazie alle mozioni presentate l’8 marzo scorso dai consiglieri Giusy Rannone del M5S (prima firmataria), Santo Trovato, Giuseppe Bruno, Antonino Calvagno. Le mozioni, tuttavia, sono state entrambe bocciate.
“Dopo anni di celebrazioni, fiaccolate e commemorazioni contro soprusi fisici e psicologici su persone di sesso femminile di tutte le età, – dichiara Giusy Rannone – anche fra i cittadini puntesi si sta facendo largo l’idea che questo crimine (anche se avvenuto in ambiente familiare o privato) riguarda l’intera comunità nella quale è avvenuto e pertanto si configura un danno morale in capo a tutto il Comune. Ma non è tutto. Nell’altra mozione si voleva prevenire il “Mobbing”, ossia quelle pratiche di discriminazione e molestie nei confronti di lavoratrici/tori dipendenti degli enti pubblici”.
“Questi comportamenti ostili – continua Rannone – ledono il diritto della persona di lavorare in sicurezza e benessere nel proprio luogo d’impiego; sono atti che compromettono il regolare e proficuo svolgimento delle prestazioni lavorative sia di chi le subisce, sia di coloro che ne sono a conoscenza e lavorano nel medesimo ambiente. Pertanto non solo vanno condannati, ma denunciati e perseguiti secondo la legge”.
“Approvare le mozioni – afferma la consigliera grillina – sarebbe stato un segno di saggezza e lungimiranza da parte dell’amministrazione comunale contro le violenze perpetrate ai danni delle donne, un gesto tangibile di solidarietà fra donne che fanno parte dello stesso consesso, anche se di parti avverse. L’espressione di far fronte comune avverso i problemi sociali che angustiano una metà del cielo, anche puntese. Invece no, non occorre. Mozioni inutili, vanno bocciate! Con grande coerenza, le stesse consigliere/assessori che in altre occasioni avevano enfaticamente sostenuto queste tematiche ora le boicottano. Un “bla bla bla” retorico ed umiliante di chi dovrebbe invece salvaguardare ogni discriminazione in materia di uguaglianza di genere, riconoscendo la pari dignità sociale e stessi diritti davanti alla legge (questo si prefiggeva il gruppo di opposizione con entrambe le proposte presentate)”.
“E così – conclude Rannone – hanno vinto l’ipocrisia, la partigianeria e l’interesse personale. Ha vinto il pensiero politico della guerra tra fazioni, dell’ostacolare le buone idee poiché provengono dal lato opposto dei banchi, del coltivare il proprio misero orticello. Ma attenzione, in tutto questo, alla fine, solo le donne puntesi e i dipendenti comunali ne sono usciti veramente sconfitti”.
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