Comunicato n. 81
REGISTRO AMMINISTRATIVO DELLE UNIONI CIVILI
Il Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Iacono ha ritenuto opportuno inviare una nota ai firmatari della petizione presentata il 28 gennaio scorso, giorno in cui il Consiglio Comunale era già stato convocato per l’esame e l’approvazione del regolamento del registro amministrativo delle unioni civili.
In allegato il testo della stessa nota che Iacono ha voluto inviare per conoscenza anche al Sindaco ed ai Consiglieri Comunali
Ragusa 31/01/2014
Il Capo Ufficio Stampa
Dott. Giuseppe Blundo
Il Presidente del Consiglio Comunale
Prot. n. 8391 Ragusa , 30.01.2014
Ai Rappresentanti della petizione presentata il 28.01.2014
e p.c. Al Sig. Sindaco
Ai Sig.ri Consiglieri Comunali
Oggetto : Proposta di delibera per la istituzione del registro amministrativo delle unioni civili. Approvazione regolamento – seduta del consiglio comunale di Ragusa del 28 gennaio 2014
In riscontro alla Vs petizione di pari oggetto presentata con prot. 7295 del 28.01.2014 manifesto il mio rammarico perché la maggioranza del Consiglio Comunale non ha potuto accogliere la richiesta da voi avanzata ma, in tal senso, vorrei effettuare una sintesi dell’excursus che ha portato all’approvazione del registro delle unioni civili.
Di regolamento sulle unioni civili si è iniziato a parlare già durante la campagna elettorale delle amministrative 2013 dove quasi tutti i candidati Sindaci hanno scritto nel programma presentato agli elettori l’istituzione del registro stesso.
L’iter formale inizia in data 16.07.2013 quando viene presentata da diverse centinaia di Cittadini al Comune di Ragusa una petizione ai sensi dell’art. 8 comma 3 dello statuto comunale con la quale si chiedeva l’istituzione del registro delle unioni civili allegando le motivazioni e la proposta di regolamento.
In data 2 ottobre 2013 con deliberazione n. 400 la Giunta Municipale di Ragusa ha approvato il regolamento delle unioni civili e ha trasmesso la proposta al Consiglio Comunale per la relativa approvazione.
Mediamente tra esame in Commissione e calendarizzazione in Consiglio il tempo è di 20-25 giorni. L’atto delle unioni civili non viene calendarizzato ma viene portato all’esame del Consiglio Comunale solo dopo 3 mesi e 1/2 dalla sua ricezione.
Perché così tanto tempo ‘ Per la semplice ragione che viene accolta la richiesta avanzata in sede di conferenza capigruppo da gruppi di minoranza di non portare per qualche settimana l’atto in Consiglio per avviare un confronto più ampio sul tema.
L’iniziativa che ricordo, purtroppo poco partecipata, è quella del 21 dicembre 2013, da parte di diverse associazioni Cattoliche che organizzano alla Camera di Commercio il convegno :’famiglia ed unioni civili” e non ho notizie di altri incontri.
Subentra l’anno nuovo e diventa ingiustificabile, normativamente e proceduralmente, la non definizione dell’atto di G.M. e quindi la Presidenza del Consiglio con parere favorevole della conferenza dei capigruppo iscrive all’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 20 gennaio 2014 il regolamento delle unioni civili.
Il 20 gennaio 2014 all’atto della discussione del punto sulle unioni civili viene chiesto da Consiglieri di minoranza che venga rinviato tutto ‘al prossimo consiglio comunale’. Il sottoscritto accoglie ancora tale proposta e all’UNANIMITA’ viene deciso di esitare il punto delle unioni civili nel Consiglio Comunale del 28 gennaio 2014.
Lo stesso giorno in cui dobbiamo esitare le unioni civili, poche ore prima del Consiglio Comunale, perviene la Vs richiesta di ‘sospensione’ o ‘rinvio’ che rappresentava l’ennesimo, ulteriore, rinvio dell’atto o, addirittura, la sospensione a trattarlo.
Ciò che è avvenuto aiuta a comprendere che il tempo per discutere è stato lungo dando la possibilità a chi la pensava diversamente rispetto alla regolamentazione (questo è il compito di un regolamento…. ‘regolamentare’) di servizi in ambito locale di potersi documentare e confrontare.
Vorrei tra l’altro sottolineare che l’Assemblea Regionale Siciliana nell’ultima Legge finanziaria regionale approvata da tutti i partiti di maggioranza dell’Assemblea ha previsto la possibilità di far concorrere le ‘coppie di fatto iscritte nei registri delle unioni civili comunali’, all’assegnazione di una casa popolare, ai bonus bebè o agli aiuti per l’acquisto della prima abitazione. In più la legge interviene anche in materia sanitaria.
Non ho purtroppo riscontro, per un evento legislativo di tale portata, di dibattiti pubblici in materia.
Tale norma che è stata definita di ‘grande civiltà’ dal Presidente della Regione è stata impugnata dal Commissario dello Stato perché ‘la norma in esame introduce un’ingiustificata disparità di trattamento all’interno della stessa categoria di ‘unioni di fatto’ in quanto potrebbero accedere alla piena parificazione con le famiglie tradizionali solo quelle iscritte negli appositi registri istituiti dai Comuni e quindi le coppie di fatto residenti in Comuni privi di tali registri sarebbero escluse.’
Da ciò si comprende che la bocciatura del Commissario dello Stato non è legata ad una interpretazione restrittiva ma ad una visione estensiva del diritto, in linea con la Costituzione, che la norma invece restringeva alle sole coppie di fatto iscritte nel registro comunale.
Nella Vs petizione ritenete il regolamento ‘privo di reale efficacia’ e su questo non so prevedere il futuro. Non so se coinvolgerà poche, molte, nessuna persona questo si vedrà ma chi è chiamato ad assumersi responsabilità non può girarsi dall’altra parte, non può mettere la testa sotto la terra, non può fare finta che non esistano coppie che sono legate da vincoli affettivi pur non essendo unite in matrimonio.
Chi è chiamato ad assumere responsabilità non dovrà nemmeno dimenticare che vi sono altre, sicuramente tante, persone che sono legate da vincoli affettivi che hanno deciso di formalizzare con il matrimonio e bisogna continuare ovviamente ad attuare politiche per questa ampia fascia di popolazione.
Ho visto tra i sottoscrittori della Vs petizione dei sacerdoti ed altre persone che conosco ed apprezzo per l’impegno sociale. Persone che dedicano la loro vita agli altri, persone che dedicano tempo per gli altri e persone che fanno un servizio di carità qual è l’impegno in politica , tutti sappiamo che ci stiamo occupando di ‘persone’ e come tali, a prescindere dai loro vincoli formali, degne di rispetto, di dignità, di diritti, di doveri e di riconoscimento.
Sul piano personale non ho mai pensato e non ho mai chiamato ‘matrimonio’ ciò che ritengo sia diverso dal ‘matrimonio’ ma il Comune e gli Amministratori devono poter guardare a tutti e servire tutti a prescindere da qualsiasi convinzione personale, stato sociale, credo politico o religioso, nazionalità o inclinazioni e comportamenti sessuali.
Questi e solo questi sono stati i principi che hanno guidato la nostra azione.
Non scelte di parte, non scelte ideologiche.
Nessuno ha vinto e nessuno ha perso.
Molti esponenti di minoranza e maggioranza del Consiglio Comunale, con onestà intellettuale, hanno manifestato la soddisfazione per l’ampio confronto democratico che vi è stato in Consiglio dove anche i tempi degli interventi sono stati raddoppiati per favorire il più ampio confronto e la massima condivisione.
Ritengo che la Giunta Municipale e il Consiglio Comunale abbiano agito seguendo l’etica della responsabilità, non affermando una supremazia numerica ma dando i tempi necessari a chi la pensava diversamente per avviare confronti e dibattiti.
Auspico che possa esserci presto in futuro, con tutti coloro che hanno sottoscritto la Vs petizione, un sereno e proficuo incontro e confronto con il Consiglio Comunale su qualsiasi problematica coinvolge la nostra comunità e su temi, cari a tutti, di cui si fa elenco nella Vs missiva con particolare, condivisa, sensibilità.
Cordiali saluti.
Il Presidente del Consiglio Comunale
Dr. Giovanni Iacono
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