Quattro cortometraggi al Supercinema di Bagheria con l’Associazione “Teatro e Vita”

L’Associazione “Teatro e Vita” di Palermo ha organizzato la proiezione di 4 cortometraggi per venerdì 5 novembre 2021 ore 21:00 al Supercinema di Bagheria.

L’evento è anche l’occasione per presentare, in anteprima assoluta, al pubblico e ai giornalisti l’ultimo cortometraggio del regista Giuseppe Celesia: “Il Pregiudizio”, ispirato alla novella “La Patente” di Pirandello, girato a Caccamo con la gentile collaborazione del Comune di Caccamo e della Proloco, e con protagonista il noto attore Pino Quartullo. Il corto parteciperà al prossimo David di Donatello e a molti altri Festival nazionali e internazionali. 

Gli altri 3 cortometraggi, di cui uno sempre di Giuseppe Celesia, uno di Emma Cecala e l’altro di Giuseppe Randazzo, hanno già partecipato a diversi Festival vincendo vari premi e riconoscimenti.

Durante la serata saranno presenti registi, alcuni attori e parte del cast tecnico dei 4 corti. 

Verranno inoltre estratti a sorte 3 biglietti omaggio per lo spettacolo teatrale scritto da Manuela Donzelli e diretto da Giuseppe Celesia: la romantica e divertente commedia musicale “Quei mitici anni ‘60” in scena domenica pomeriggio 19 dicembre 2021 al Teatro S. Eugenio di Palermo, vincitrice di un importante premio al Festival teatrale internazionale di Gorizia 2020. Verrà anche proiettato il breve trailer di questo spettacolo.

Prezzo del biglietto: 4,00 euro

Posti liberi non numerati. 

Obbligo di green pass. Si prega pertanto di arrivare al cinema almeno 15 minuti prima dell’inizio della serata (quindi per le ore 20:45)

Per info: 3801385968 (anche whatsapp).

Io e Pirandello  di  Pino Quartullo 

Quando frequentavo l’asilo, spesso scappavo sul palco del teatrino delle suore e mi mettevo a dialogare da solo con personaggi immaginari. Ma vivevo questa cosa con un senso di peccato, come delle crisi di demoniaca follia.  

La prima volta che fui colpito da Pirandello, fu al liceo, grazie ad un bravo professore che ci lesse La Carriola (una novella del grande Luigi): la storia di un anziano professionista, che per puro folle svago si chiude nel suo studio e fa fare innocentemente la carriola al proprio cagnolino, ma ne esce sempre devastato dai sensi di colpa. 

Poi ebbi Andrea Camilleri come docente di regia all’Accademia Nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico che ci lesse la sua biografia del figlio cambiato (la vita di Pirandello rivisitata da lui)  e lì scoprii che anche Luigi, da bambino, parlava da solo con personaggi immaginari, scatenando la preoccupazione nel suo parentado, ma con conseguente soddisfazione da parte mia. 

Sempre da studente andai a vedere al teatro Valle di Roma uno straordinario Così è se vi pare (sempre di Pirandello), con la regia di De Lullo, e un eccezionale cast composto da: Romolo Valli, Paolo Stoppa, Rina Morelli, Rossella Falk, Ferruccio De Ceresa, Elsa Albani, scene e costumi di Pierluigi Pizzi, un vero capolavoro, un’ edizione folgorante; andai nei camerini e col cuore in gola mi complimentai con tutti gli attori, uno per uno… aiutai anche la mitica Rossella a togliere lo spillone del grande cappello della signora Ponza. Se allora mi avessero detto che di lì a qualche anno avrei condiviso la scena con Paolo Stoppa (ne l’Avaro di Moliere) e che avrei recitato sul set di un mio film, (Storie d’amore con i crampi) proprio con la grande Falk, non ci avrei mai creduto. E un mese dopo quella visione, molto audacemente e incoscientemente, con altri ragazzi della mia compagnia amatoriale di Civitavecchia, negli anni ’70 decidemmo di portare in scena proprio il Così è se vi pare.  Io interpretai il signor Sirelli:  il mio primo personaggio pirandelliano. 

Negli anni, come spettatore, ho assistito ad innumerevoli messe in scena di Pirandello, scoprendo, di allestimento in allestimento, come lo stesso testo sembrasse sempre diverso se interpretato da attori e registi diversi (viva i classici). 

Nello spettacolo L’Ebreo di Gianni Clementi, nel 2009, ero uno dei tre protagonisti (insieme a Ornella Muti ed Emilio Bonucci), ed ebbi come light-designer il bravissimo e affabilissimo Stefano Pirandello, nipote del grande Luigi. 

Dopo qualche anno, sempre la famiglia Pirandello (Pierluigi, figlio del grande pittore Fausto e nipote di Luigi, con la moglie Giovanna) mi contattò per portare in scena una riduzione di un romanzo piuttosto inedito del grande autore: Suo marito; un’opera divertente e crudele del 1908, che racconta dell’arrivo a Roma di una noiosa autrice di successo, proveniente da Taranto, accompagnata da un marito grezzo e presuntuoso; accolti con curiosità dall’altrettanto noiosa intellighenzia romana, l’autrice, in stato interessante, non vuole assistere alle prove di una sua opera teatrale: La nuova Colonia, una sorta di inconsapevole Medea in dialetto pugliese; teme di soffrire troppo nel vedere dei personaggi creati dalla sua fantasia diventare reali, in scena. E allora manda il marito alle prove, per seguire l’allestimento. Ma il bifolco viene sbeffeggiato dagli attori della compagnia. Straordinaria la sequenza del marito che corre ininterrottamente da casa a teatro e da teatro a casa per il doppio parto: l’autrice sta partorendo esattamente nel momento in cui sta andando in scena la sua Medea in tarantino, al teatro Valle.                                     La poetessa Deledda e suo marito si sentirono talmente irrisi e chiamati in causa da questo romanzo che ne chiesero immediatamente il sequestro. Purtroppo ancora non è stato possibile portare in scena Suo marito ma è uno dei progetti a cui tengo di più. Soprattutto mi piacerebbe rappresentarlo al teatro Valle (dove si ambienta in buona parte il romanzo e dove avvenne la storica fischiatissima prima dei Sei personaggi in cerca d’autore, nel 1921); mi piacerebbe far rivivere lo scontro tra Pirandello e la Deledda in sala, mentre in scena si svolge la messa in scena del romanzo, con la Deledda e suo marito fittizi e parodiati. 

Nel 2018, al festival di Borgio Verezzi, ho avuto il privilegio di portare in scena Il fu Mattia Pascal, condividendo con il regista Guglielmo Ferro l’idea di divertire il pubblico il più possibile giocando con la sorte dispettosa che fa perdere Mattia nella vita coniugale e lo fa vincere spudoratamente al Casinò.

Ed ora, a coronamento di questo mio percorso adorante il grande autore siciliano, la possibilità di interpretare un Chiarchiaro dei giorni nostri, in un cortometraggio dal titolo: Il pregiudizio. Una rivisitazione de La patente di Pirandello. Il dramma di questo uomo vittima del pregiudizio e della sorte burlona, che fa in modo che dove lui appaia accadano disgrazie. Ho cercato di impossessarmi della sua rabbia, una rabbia reattiva che trasforma la sua disgrazia nella sua fortuna. 

Pino Quartullo e Giuseppe Celesia

Mia figlia Emma mi aveva raccontato della sua felice esperienza lo scorso anno per un altro cortometraggio con questa produzione indipendente, con il regista Giuseppe Celesia ed il suo gruppo di artisti amici, e io non posso che confermare che l’organizzazione e l’accoglienza a Palermo sono stati esemplari. Giuseppe Celesia ha saputo dirigere il set divertendosi e divertendoci, con grande professionalità. Il cast capitanato da Manuela Donzelli era affiatatissimo. Ed è stato un piacere girare nella bellissima cittadina di Caccamo, che non conoscevo. Tornare in Sicilia è sempre una gioia, soprattutto è stato bello trovare una città così piena di vita, di turisti e di locali stracolmi, dopo un periodo così triste, a causa della pandemia. Unica nota negativa: peccato che i corti sono corti e io sono rimasto a Palermo solo due giorni, ma spero di tornare presto.