La provincia di Ragusa si conferma la migliore in Sicilia per qualità della vita, occupando l’81esima posizione nella classifica nazionale stilata dal Sole 24 Ore. Un risultato che, sebbene distante dalle vette del benessere italiano, rappresenta un segnale positivo per una regione che fatica a emergere rispetto ad altre aree del Paese. La provincia iblea guadagna cinque posizioni rispetto all’anno scorso, trainata da miglioramenti nei settori del lavoro e dei consumi.
Segue da vicino Catania, che registra un salto di nove posizioni e raggiunge l’83esimo posto, seguita da Trapani, protagonista di un balzo significativo di 14 posizioni che la porta all’85esima. Tuttavia, il panorama generale siciliano rimane critico: Messina (91esima), Agrigento (96esima), Enna (97esima) e Caltanissetta (98esima) continuano a occupare la parte bassa della classifica. Siracusa, con il suo 104esimo posto, si conferma come la provincia siciliana con le maggiori difficoltà, superando di poco il fanalino di coda nazionale, Reggio Calabria (107esima).
Palermo registra un crollo di cinque posizioni rispetto all’anno precedente, scendendo al 100° posto su 107 province italiane. I dati del rapporto fotografano una città in difficoltà su più fronti: ricchezza, consumi, lavoro, giustizia, sicurezza e ambiente. L’unico indicatore positivo riguarda cultura e tempo libero, ma questo non basta a compensare le gravi lacune strutturali.
La consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Concetta Amella, non ha risparmiato critiche all’amministrazione del sindaco Roberto Lagalla: “Il peggioramento della qualità della vita a Palermo è un segnale allarmante che il sindaco non può ignorare. La città è sprofondata al centesimo posto, e non bastano slogan e promesse: serve un cambio di passo radicale”.
Le sfide di Palermo: dai rifiuti alla sicurezza
Amella ha puntato il dito contro questioni annose e irrisolte: “Dalla paralisi delle società partecipate, come Rap ed Amat, alla carenza di sicurezza nelle strade, fino al mancato utilizzo dei fondi del PNRR, l’amministrazione non è stata in grado di affrontare le sfide strutturali di Palermo”.
Tra i problemi evidenziati spiccano la gestione dei rifiuti, il trasporto pubblico inefficiente e una generale carenza di servizi essenziali. “Non si tratta di una polemica politica, ma di dati oggettivi che fotografano il fallimento della sua amministrazione”, ha sottolineato Amella.
Secondo la consigliera del M5S, è necessario che il sindaco Lagalla cambi approccio: “Chiediamo al sindaco di mettere da parte l’autoreferenzialità e di aprirsi a un confronto reale con tutte le forze politiche e sociali della città. I prossimi due anni e mezzo devono essere dedicati a interventi concreti su lavoro, sicurezza e servizi pubblici”.
Il rapporto del Sole 24 Ore conferma il divario tra la Sicilia e le regioni più sviluppate del Nord Italia, ma lascia intravedere segnali di miglioramento in alcune province. Ragusa, Catania e Trapani dimostrano che progressi sono possibili con interventi mirati e una gestione più efficace delle risorse.
Per Palermo e Siracusa, invece, il cammino appare ancora lungo. La qualità della vita dei cittadini passa da soluzioni concrete e da una visione strategica che metta al centro lavoro, sicurezza e sostenibilità ambientale. Palermo merita di più, come ha ribadito Amella, e il tempo per agire è ora.
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