I pupi del gruppo Tiraz approdano negli Emirati Arabi
Da rappresentazioni locali di folklore popolare a testimonianza internazionale della cultura tradizionale siciliana: il gruppo Tiraz, formato da quattro siciliani, ha portato il teatro dei pupi a Sharjah, negli Emirati Arabi a pochi chilometri da Dubai, in occasione della diciassettesima edizione dello Sharjah International Narrators Forum.
Un raduno di narratori da ogni parte del mondo
Con a capo lo scrittore Abduliaziz Almosalam, l’Institute for Heritage ha voluto, anche quest’anno, riunire i più eminenti narratori del mondo arabo con l’intento di creare uno spazio di condivisione e fascinazione per scrittori eminenti e per semplici amatori con lo scopo di mettere in evidenza i talenti, noti e poco noti, del panorama medio orientale. L’obbiettivo è stato anche quello di ricercare il confronto tra la cultura narrativa araba e le culture testimoniate dagli innumerevoli ospiti provenienti da tutto il mondo.
Il gruppo Tiraz porta in scena l’arte narrativa siciliana
Francesco Scherma, scultore e cesellatore di pupi, Toti Giordano, fotografo, Salvatore Bumbello, mastro puparo e Antonio guarino, collaboratore di scena, sono stati accolti con grande piacere e invitati ad allestire un piccolo teatro in cui esibire i protagonisti della gloriosa tradizione siciliana. La narrazione del gruppo Tiraz darà un’illustre visibilità all’Opera siciliana, pratica che fin dalla metà del XIX secolo affascina i siciliani e non solo.
Il teatro diviene il simbolo dell’abbattimento delle frontiere e dei pregiudizi
Oltre a rappresentare il grande fervore culturale del medio oriente, questo importante evento sancisce la libertà di scambio intellettuale, oltre ogni tipo di pregiudizio xenofobo. Soprattutto nell’ambito della dilagante islamofobia, la presenza di questi ambasciatori delle tradizioni siciliane garantisce un segno chiaro di apertura e voglia di condivisione. Come afferma lo stesso Scherma: “È per noi un grande onore essere qui a mostrare la nobile arte siciliana dei pupi agli intellettuali del mondo arabo perché tramite i pupi abbiamo occasione di rinforzare i già ottimi, e secolari, rapporti tra la cultura siciliana e quella mediorientale”.