Provincie, verso la riforma a due tempi

Fumata bianca nella sede romana del Pd sulla riforma della province. La maggioranza di Crocetta volata ieri nella Capitale nella notte sigla l’intesa che raccoglie la richiesta del governatore nella direzione della ‘liberalizzazione’ del consorzi dei Comuni, eliminando il tetto sul loro numero e confermando le elezioni di secondo grado. Una mediazione benedetta anche dal presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars Antonello Cracolici, presentatosi al Nazareno con in mano il testo varato dall’organismo: “E’ un punto di equilibrio e di mediazione soddisfacente”, commenta. Al vertice hanno partecipato gli uomini forti del Pd e dell’Udc siciliani, rispettivamente Davide Faraone e Gianpiero D’Alia, nonché i capigruppo dei democratici, dei centristi, di Articolo 4 e delle formazioni crocettiane Drs e Megafono. Assente Rosario Crocetta bloccato da una febbre.
Un patto già da oggi pomeriggio verrà messo alla prova in aula a Sala D’Ercole. E’ necessario chiudere in fretta: la ‘tagliola’ infatti scatta il 15, se si vuole impedire un nuovo voto che allungherebbe la vita delle Province. Scivolone che l’alleanza vuole evitare. Mentre l’opposizione, con Nello Musumeci in testa, ha annunciato battaglia. E’ un fatto che la riforma andrà approvata entro venerdì. Andrà a regime entro i sei mesi successivi e nel frattempo si provvederà alla proroga degli attuali commissari. In base all’intesa siglata ieri, i liberi consorzi non coincideranno più in modo definitivo con le attuali nove Province come prevedeva il testo varato dalla prima commissione. Il meccanismo a ‘due tempi’ stabilito, consente che si parta con nove consorzi, ma che entro sei mesi più enti potranno costituire nuovi consorzi, a condizione che l’istanza richiesta giunga dai due terzi di ogni consiglio comunale. Il percorso previsto, dunque è la manifestazione di volontà’ dei consigli comunali, con una maggioranza qualificata, il vincolo di consorziare almeno 150 mila cittadini, e la redazione di un piano che certifichi un risparmio di almeno il 30% attraverso il taglio a uffici e funzioni. Sarà necessaria infine una legge dell’Ars che dia il via libera al nuovo consorzio. Confermati il sistema elettivo di secondo grado (i presidenti dei consorzi saranno eletti dalle assemblee formate da sindaci e consiglieri, mentre in base alla popolazione sara’ stabilito quanti consiglieri potrà esprimere ogni Comune in assemblea) e le tre aree metropolitane individuate in Palermo, Catania e Messina.