Prostituzione a Ragusa, i carabinieri arrestano un nigeriano. I militari di Ragusa Ibla, al termine di una breve ma intensa attività d’indagine, hanno messo le manette a un giovane di 19 anni.
Hanno accertato che lo stesso, nonostante la giovane età, era già stato in grado di assoggettare alcune giovani ragazze, sue connazionali, di età compresa tra i 18 e i 22 anni, che faceva prostituire un piccolo appartamento di Ragusa Ibla.
La maggior parte dei clienti era di nazionalità italiana. La condotta del nigeriano, per come emerso dalle indagini e per come riferito da una delle vittime che, davanti ai militari dell’Arma, è scoppiata in lacrime raccontando il dramma che stava vivendo, era caratterizzata da una spiccata violenza.
Il giovane non esitava a minacciare anche di morte le ragazze da lui schiavizzate, tenendole letteralmente segregate in casa e impedendogli di uscire.
Quando una delle sue vittime ha provato a scappare è stata rincorsa e riportata con la forza in casa.
Una delle ragazze inoltre, allettata dalla prospettiva di un lavoro, è stata fatta arrivare dal Nord Italia e quando è giunta a Ragusa era anche in stato di gravidanza.
Qui però la malcapitata, prima è stata fatta abortire presso l’Ospedale di Ragusa, per come accertato dai Carabinieri che hanno acquisito la cartella clinica relativa a tale ricovero, e poi è stata subito avviata alla prostituzione, con l’obbligo di consegnare tutti i ricavi al suo aguzzino.
Vista l’estrema gravità della situazione e la necessità di liberare le ragazze dalla quella situazione infernale, i militari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Ragusa, sono intervenuti.
Al momento del blitz, i Carabinieri hanno notato una della ragazze che tentava di scappare trascinando con se una valigia e la stessa era talmente impaurita che abbandonava il suo bagaglio, riuscendo a far perdere le sue tracce per le strette vie di Ragusa Ibla.
Dopo poco però la ragazza, accompagnata dal nigeriano che diceva di essere il suo fidanzato, si è presentata presso la Stazione Carabinieri per recuperare la sua valigia che aveva abbandonato in strada e che era stata recuperata dai militari dell’Arma.
Questi però, che avevano ben chiaro quando avveniva nell’abitazione che stavano monitorando, dopo aver separato la ragazza dal suo connazionale, con la presenza di un interprete, si sono fatti confessare tutto il suo dramma.
Il giovane quindi è stato sottoposto a fermo d’indiziato di delitto per il reato d’induzione e sfruttamento della prostituzione aggravato dalle violenze e minacce e, dopo le formalità di rito, associato presso la casa circondariale.
La ragazza, invece, è stata affidata a una struttura protetta, mentre altre due vittime erano già riuscite a fuggire nei giorni precedenti.
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