Proroga chiusura Via Roma Palermo, Confcommercio: “Dimostrazione di inadempienza”

Proroga chiusura Via Roma Palermo. “L’ennesima dimostrazione di inadempienza rispetto alle scadenze e agli impegni presi e di inefficienza di un’amministrazione comunale sempre più distante dalla esigenze dei cittadini”.

Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, commenta così la nuova ordinanza con la quale viene prorogata fino a dicembre la chiusura di via Roma, nel tratto compreso tra via Ammiraglio Gravina e via Emerico Amari per la prosecuzione dei lavori del collettore fognario. Dopo essere stati fermi per lungo tempo, la conclusione dei lavori slitta ancora lasciando la zona interessata nel massimo degrado e in balia perfino di topi e insetti come confermato da numerose segnalazioni.

“Si sta verificando tutto ciò che avevamo paventato lo scorso anno – riprende la Di Dio – con conseguenze di una gravità inaudita per i commercianti della zona interessata, aggravate dall’emergenza sanitaria e dalla successiva apertura del cantiere di via Emerico Amari. Sapevamo bene che in questa città non si rispettano quasi mai le scadenze dei lavori pubblici ed è per questo che avevamo chiesto che il cantiere di via Amari – che di fatto chiude tutta la zona del Politeama – venisse aperto solo dopo la conclusione dei lavori in via Roma”.  

“Abbiamo confermato le nostre perplessità in una apposita riunione con le categorie produttive che si è svolta a metà giugno e l’assessore competente aveva ribadito che i lavori sarebbero stati conclusi a settembre. E proprio sei giorni fa, il 5 agosto, lo stesso assessore aveva mandato un messaggio ai consiglieri comunali per confermare la data di fine settembre”.

“Ci sentiamo presi in giro – conclude la Di Dio – e non tenuti in alcuna considerazione, visto che non abbiamo nemmeno ricevuto una comunicazione in tal senso. Non un ritardo di pochi giorni ma di ben tre mesi che può risultare fatale a molte aziende. Con questa gestione dei cantieri viene negato di fatto il diritto di fare impresa. In una città allo sbando i commercianti continuano a pagare il prezzo più alto per l’approssimazione – e a volte anche l’arroganza – con cui si amministra la cosa pubblica”.