Pronto Soccorso di Sciacca: sei dirigenti per una poltrona vuota
SCIACCA – Il Pronto Soccorso di Sciacca rimane senza primario. Dopo la pubblicazione da parte dell’ASP di Agrigento, nel settembre del 2016, dell’avviso interno per il conferimento incarico di sostituzione del primario del Pronto Soccorso di Sciacca, Michele Carlino, nulla di fatto.
La posizione di primario rimane vuota, nonostante sei dirigenti degli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera abbiano manifestato il loro interesse per un bando scaduto da oltre tre mesi.
Della questione si è interessato il deputato regionale Matteo Mangiacavallo che più volte, in questi mesi, ha interpellato l’ASP di Agrigento per ottenere notizie in merito. L’ultima risposta risale a novembre scorso, quando il direttore generale, Lucio Ficarra, rendeva noto che in fase di valutazione c’era anche un settimo curriculum, quello di Ignazio Galizia, arrivato da Palermo e accreditato dalla stampa come primario in pectore. La notizia, tuttavia, non è mai stata confermata, nè la situazione interna al Pronto Soccorso è mutata: dal 23 settembre è il direttore sanitario Gaetano Migliazzo a sopperire alla mancanza di un primario per il Pronto Soccorso.
“La situazione è chiara, chiarissima – afferma Matteo Mangiacavallo – e non capiamo il motivo per cui il direttore generale non abbiamo ancora scelto. O forse si, perché a pensar male, diceva qualcuno, si fa peccato ma spesso ci si azzecca”.
“Abbiamo fatto presente all’ASP – continua il deputato saccense – che non esiste un settimo candidato. L’ultimo arrivato non ha partecipato all’avviso interno e non è un medico già in servizio. Motivo per il quale la scelta deve ricadere tra i sei dirigenti che hanno manifestato interesse a ricoprire quel ruolo e che ad oggi vedono mortificata la loro legittima aspettativa”.
“Purtroppo siamo alle solite – conclude Mangiacavallo – anche se siamo sicuri che la nomina arriverà presto, pur se in ritardo, e su base meritocratica. E’ un obiettivo del Movimento 5 Stelle, far sì che non prevalgano scelte parentocratiche o partitocratiche, a partire proprio dalle nomine dei direttori generali delle ASP”.