La vicenda risale al maggio del 2019 quando una docente di italiano dell’Iti Vittorio Emanuele II di Palermo, la professoressa Rosa Maria Dell’Aria, fu sospesa per 15 giorni per un video – prodotto da alcuni studenti in occasione della Giornata della memoria – nel quale l’immagine delle leggi razziali introdotte da Mussolini nel 1938 veniva accostata a una foto scattata durante la conferenza stampa di presentazione del Decreto sicurezza del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Adesso arriva la decisione del giudice cha ha dichiarato illegittima la sanzione disciplinare comminata alla professoressa Rosa Maria Dell’Aria, alla quale verrà restituito lo stipendio per quei 15 giorni di sospensione. Il ricorso era stato presentato dai legali Fabrizio La Rosa e Alessandro Luna. Respinta invece la richiesta di risarcimento danni di diecimila euro.
“Il giudice ha riconosciuto tutte le ragioni del nostro ricorso – dice l’avvocato Luna – non solo la docente ha esercitato la libertà di insegnamento nel fornire il materiale didattico, ma non sussiste nemmeno la ‘culpa in vigilando’ sull’operato dei suoi alunni, perchè se avesse controllato il contenuto dei loro lavori avrebbe violato la loro libertà di pensiero tutelata dalla Costituzione”.
“Finalmente giustizia è fatta – commenta il deputato Dem Carmelo Miceli, responsabile della Sicurezza del Partito democratico e relatore della riforma ai decreti sicurezza già votata favorevolmente alla Camera – A nulla, ovviamente, erano valse le promesse dell’allora vicepremier Salvini. Finalmente, dopo più di un anno, ci ha pensato il Tribunale del lavoro a dichiarare illegittima la sanzione comminata alla professoressa”.
“Assurdo che un’insegnante fosse stata ‘punita’ per le opinioni espresse dai suoi alunni. Il Compito di un docente è quello di fornire materiale didattico e dare un giudizio sulla qualità del lavoro. Ma di certo, nessun professore o maestro può permettersi di violare la libertà di pensiero degli studenti tutelata dalla nostra Costituzione. Sarebbe il caso – conclude – che qualcuno lo spiegasse all’ex ministro dell’Interno”.
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