Produzione scarsa noccioli, non solo colpa dei ghiri, battaglia per salvarli
Produzione scarsa noccioli. La Regione Sicilia ha chiesto lo stato di calamità al fine di risarcire i presunti danni dei ghiri alle colture di noccioli dei comuni dei Nebrodi, anche se il vero obiettivo rimane lo sterminio di questi animaletti.
Ma anche questa volta l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente non ci sta e denuncia l’ennesimo “maldestro tentativo” di dare ai ghiri la colpa della scarsa produzione dei noccioli.
“Facile dire che la colpa è dei ghiri- si legge in una nota AIDAA- per la scarsa produzione di nocciole, noi pensiamo che la questione sia ben diversa a partire dalla gestione delle superfici utilizzate per questo tipo di agricoltura e la reale entità della produzione degli ultimi dieci anni, per questo- scrive ancora AIDAA- nelle nota abbiamo inviato ad Ispra un accesso agli atti per chiedere la documentazione su cui è stato costruito un parere positivo alla deportazione ed alla ovvia conseguente morte di molti esemplari di questa che ricordiamolo è una razza protetta”.
Petizione al parlamento europeo per chiedere interventi a protezione dei ghiri
Ma la battaglia a favore dei ghiri oramai non ha piu confini, infatti AIDAA vuole vederci chiaro sia sulla quantità realmente immessa sul mercato e sulle superfici per questo ha deciso di presentare a campione per una ventina di aziende produttrici delle richieste di accesso agli atti ai comuni per confrontare le aree effettivamente coltivate con quelle dichiarate e alla camera di commercio per verificare i reali bilanci depositati negli scorsi anni dalle singole aziende di produzione.
“Parliamoci chiaro se effettivamente gli agricoltori hanno subito un danno è giusto che abbiamo un risarcimento- conclude la nota AIDAA- ma siccome si tratta di soldi pubblici vogliamo vederci chiaro fino in fondo, e non credo ci negheranno i comuni e le camere di commercio i dati pubblici che chiederemo al fine di incrociare i dati dichiarati nelle varie richieste di fondi di sostegno, rispetto a quelle dichiarate e da confrontare con quelle effettivamente coltivate”.
AIDAA inoltre sta valutando l’invio di una petizione al parlamento europeo per chiedere interventi a protezione sia dei ghiri che degli allevatori veramente danneggiati.