“Processo Vitrano”, l’imprenditore estorto conferma le accuse

Confermate e rafforzate le accuse nei confronti di Gaspare Vitrano, l’imprenditore che lo accusa Gianni Correro ha confermato ha dichiarato che la richiesta di denaro era arrivato da Piergiorgio Ingrassia, ingegnere collaboratore di Vitrano, che era stato contattato dal suo socio Davide Di Vita. Do…

Confermate e rafforzate le accuse nei confronti di Gaspare Vitrano, l’imprenditore che lo accusa Gianni Correro ha confermato che la richiesta di denaro era arrivata da Piergiorgio Ingrassia, ingegnere collaboratore di Vitrano, contattato dal suo socio Davide Di Vita. Dopo essersi prodigato per fargli assegnare i lavori per realizzare impianti fotovoltaici a Roccamena ed a Francofonte, Ingrassia chiese dei soldi quale compenso, con la minaccia di non far lavorare più la loro azienda. Una delle richieste fatte al telefono l’imprenditore la fece ascoltare in diretta ai poliziotti a cui aveva denunciato il tentativo di estorsione. L’incontro si svolse nel pomeriggio dell’undici marzo, in un bar di via Principe di Belmonte, dove l’onorevole arrivò con l’auto blu della Regione ed invitò il suo ingegnere Ingrassia e l’imprenditore negli uffici di via Giacomo Cusmano. In ufficio, dopo che Vitrano aveva intascato la mazzetta di 10.000 euro, irruppero i poliziotti che trovarono la busta con il contante dentro il giubbotto del deputato, che in un primo momento si difese dicendo che i soldi erano proventi di un’azienda di fotovoltaico di cui è socio. A Gaspare Vitrano è stata risparmiata l’umiliazione del confronto in aula per il riconoscimento, formalità riservata agli estortori ma gli è stato imposto di seguire anche a distanza le dichiarazioni di Gianni Correo. A conferma dell’impianto accusatorio che già è abbastanza chiaro, la posizione dell’ingegner Ingrassia che ha collaborato con gli inquirenti e patteggiando la pena ha ricevuto una condanna di soli due anni. Attualmente Gaspare Vitrano è in esilio in Calabria, è sempre un deputato regionale in carica, regolarmente stipendiato ma ha il divieto di entrare in Sicilia e di conseguenza non partecipa alle sedute dell’Ars. Il processo è stato rinviato al 7 dicembre. servizio nel Tg di federico orlando
(Teleoccidente)