di redazione
Da indagato a parte lesa. Rosario Lunetta, imprenditore di Partinico e gestore di un bar di Carini ha deposto ieri al processo ‘the end’che si celebra con rito ordinario davanti alla terza sezione penale del tribunale di Palermo. Sul banco degli imputati: i partinicesi Alessandro Aracabascio, 38 anni, Gianfranco Brolo, 41 anni, Francesco Paolo di Giuseppe, 53 anni, Roberto Rizzo 37 anni, Salvatore Lamberti, 80 anni, Lorenzo Lupo 59 anni, entrambi di Borgetto, Salvatore Cataldo 63 anni di Carini, Carmelo Culcasi, 71 anni di Villagrazia di Carini, Girolamo Guzzo 48 anni, Antonino Lu Vito, 56 anni. Lunetta ha raccontato in aula la sua versione sulla vicenda riguardante il bar aperto al centro commerciale ‘Ferdico’ di Carini in società con Salvatore Cataldo, considerato un personaggio di spicco della cosca locale. Gli scagnozzi di Cataldo avrebbero imposto all’imprenditore partinicese la cessione del 50 per cento delle sue quote senza un equo corrispettivo, costringendolo con la minaccia di informare la sua famiglia, in particolare la moglie, di sue presunte relazioni extraconiugali. E perciò Lunetta avrebbe venduto le quote dell’attività di un valore di circa 150 mila euro per 5 mila, accontentandosi di una liquidazione di 30 mila euro. Inizialmente l’imprenditore si oppose ma poi Girolamo Guzzo gli chiese di parlargli a quattrocchi e rincarò -secondo quanto sostiene Lunetta- la dose di minacce: ‘Meglio che sta cosa la chiudi -gli disse- anche perchè avevate donne insieme’, lasciando intendere che avrebbe rivelato ‘a mia moglie -dice Lunetta- inesistenti relazioni extraconiugali’. ‘Mi sono spaventato molto ed ho fatto un passo indietro, tagliando i rapporti con queste persone’. A riaprire la questione sarebbe poi stato -racconta Lunetta- Gianfranco Brolo, voleva fargli recuperare qualcosa per via della riconoscenza nei suoi confronti per avergli in passato prestato dei soldi e anche battezzato il figlio. ‘Io rifiutai l’aiuto -dice Lunetta- ma Brolo coinvolse nella vicenda Elviro Paradiso, finito in manette anche lui nell’operazione ‘the end’ e sotto processo in abbreviato. Brolo avrebbe organizzato un incontro con Salvatore Cataldo e il suo clan. Un summit nell’ottobre del 2009, in un negozio di mobili di via Dante a Palermo. Alla riunione avrebbero preso parte, secondo la Procura, oltre a Lunetta, anche altri imputati nel processo: Brolo, Paradiso, Antonino Lu Vito, un architetto di Carini vicino agli ambienti mafiosi ed in particolare al boss Gaetano Fidanzati, Carmelo Culcasi di Carini e Alfonso Scalici di Balestrate. Ma le quote del bar oramai erano state cedute e nulla si poteva più fare. Una mediazione sarebbe arrivata poi direttamente dal carcere da Filippo Riccobono, già condannato per mafia e sentito ieri come test assistito. Tutto -dichiara Lunetta- ‘era postdatato alla sua uscita, da dietro le sbarre mi scriveva per dirmi di rigare dritto. ‘Dopo tutta questa situazione mi sono spaventato ancora di più, ho capito il peso e il ruolo di queste persone. Io vantavo un credito da Riccobono mi diceva di stare fermo, quando esce lui sistemiamo la situazione ‘ spiega Lunetta ‘ perché ‘quando le persone sono in disgrazia non si devono fare discussioni’. Alla fine sarebbe stato Culcasi a dichiarare chiusa la vicenda con il versamento dei 30 mila euro. Rosario Lunetta ha denunciato l’estorsione aggravata solo dopo gli arresti dell’operazione ‘the end’. ‘Ho avuto paura’ ha dichiarato ieri in aula al pm Francesco Del Bene. Il processo è stato rinviato al prossimo 12 marzo.
FONTE: ‘Livesicilia.it’ ‘Giornale di Sicilia’
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