Processo per la scomparsa di Denise Pipitone, depone Gioacchino Genchi

Per la quarta udienza consecutiva, il consulente dell’accusa Gioacchino Genchi è stato ascoltato, in Tribunale, a Marsala, nel processo per il sequestro della piccola Denise Pipitone, scomparsa da Maz…

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di redazione

Per la quarta udienza consecutiva, il consulente dell’accusa Gioacchino Genchi è stato ascoltato, in Tribunale, a Marsala, nel processo per il sequestro della piccola Denise Pipitone, scomparsa da Mazara del Vallo il primo settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni.
Imputati sono la 25enne Jessica Pulizzi, sorella (per parte di padre) della bambina rapita, che è accusata di concorso in sequestro di minorenne, e il suo ex fidanzato Gaspare Ghaleb, 27 anni, accusato di false dichiarazioni al pubblico ministero. Genchi, rispondendo alle domande dell’avvocato di parte civile Giacomo Frazzitta (legale di Piera Maggio, madre di Denise), ha continuato a riferire sull’esito dell’incarico affidatogli dalla Procura di Marsala, cioé sull’esame dei tabulati telefonici relativi alle intercettazioni effettuate in fase d’indagine. E in particolare sui luoghi in cui, poco prima e dopo la scomparsa della bambina, è stata rilevata, con telefonate e sms, la presenza dei telefoni cellulari in uso a Jessica Pulizzi, alla madre Anna Corona (indagata in un secondo filone d’inchiesta) e di altre persone in contato con le due donne.
Secondo l’esame dei tabulati, la mattina del 2 settembre 2004 il telefono cellulare di Anna Corona fu agganciato, prima delle 7, da alcune celle nella zona tra Alcamo e Trappeto, viaggiando in direzione di Palermo”. “Quanto detto da Genchi – ha commentato il legale di Piera Maggio – conferma le prime dichiarazioni di Giuseppe D’Assaro”.Quest’ultimo, pluriomicida, ex marito della sorella di Piero Pulizzi (padre sia di Denise che di Jessica), aveva raccontato agli inquirenti che la bambina rapita era stata portata a Villagrazia di Carini (Pa), nell’abitazione di Antonino Cinà, suo genero, indagato in un secondo filone d’inchiesta assieme ad Anna Corona, allo stesso D’Assaro e ad altre persone. “Dalla consulenza di Genchi – ha aggiunto Frazzitta – è emerso che quando, il 2 settembre 2004, verso le 8.30, Anna Corona ritornò a Mazara del Vallo, il fratello Marcello Corona partì alla volta di Palermo, proseguendo, poi, verso la provincia di Messina”. All’andata, infatti, il suo telefono cellulare, ha spiegato Genchi, fu agganciato da celle nei pressi di Palermo, Capo d’Orlando e Sant’Agata di Militello. “Fino al primo settembre 2004 – ha inoltre affermato Genchi – ci sono migliaia di contatti telefonici tra Anna Corona, Jessica Pulizzi, Gaspare Ghaleb con utenza telefonica di Antonino Cinà, ma dal 2 settembre s’ interrompono rapporti. Cinà disattiva l’utenza telefonica e ne attiva un’altra”.