Il processo a Pino Maniaci si potrà svolgere alla presenza delle telecamere. Lo ha stabilito il tribunale di Palermo, che ha accolto la richiesta di Antonio Ingroia, difensore di Maniaci, accusato di estorsione ai danni di pubblici amministratori.
Rievocando una precedente ordinanza il Tribunale di Palermo ha ammesso che le emittenti tv possano assistere e documentare il dibattimento. Ingroia, nel corso dell’udienza che si è tenuta oggi, ha anche chiesto la dichiarazione di nullità del decreto che dispone il giudizio nei confronti di Maniaci. Secondo l’ex pm, la posizione di Maniaci non dovrebbe essere trattata insieme a quella degli altri imputati del processo, che sono accusati di estorsione aggravata e mafia.
Chiesta anche l’esclusione di tre associazioni costituite parte civile che sono state cancellate a luglio scorso dai registri prefettizi delle associazioni antiracket, alcune per inattività e altre per infiltrazioni mafiosa. Su questa istanza e sulla dichiarazione di nullità del decreto il tribunale si è riservato e deciderà all’udienza del 4 ottobre.
“Pino – si legge nella nota diffusa dai legali del direttore di Telejato – è un giornalista antimafia conosciuto in Italia e nel mondo, di cui si sono occupati anche colossi mondiali dell’informazione come la Cnn, accusato di estorsione nei confronti di amministratori pubblici: la rilevanza sociale del processo è innegabile. Del resto l’ha riconosciuta implicitamente la stessa procura, che a conclusione delle indagini convocò un’affollatissima conferenza stampa per illustrarne gli esiti. Il tribunale ne ha preso giustamente atto, con una decisione sacrosanta. Nel processo Pino potrà finalmente raccontare la sua verità – conclude la nota – e l’opinione pubblica potrà farsi un’idea senza filtri né censure di come sono andate le cose”.
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