Il Gup di Palermo Guglielmo Nicastro ha inflitto la prima condanna col rito abbreviato nell’inchiesta sul Ciapi, ente di formazione della Regione siciliana ritenuto una sorta di bancomat per politici, burocrati e affaristi.
La sentenza accoglie la richiesta della Procura e infligge due anni e otto mesi a Domenico Di Carlo, 62 anni, che rispondeva di corruzione, turbativa d’asta e violazione delle regole sul finanziamento dei partiti. Dopo il patteggiamento di Gianmaria Sparma, ex assessore regionale al Territorio condannato a un anno e sei mesi, si tratta della prima decisione adottata a seguito di un processo.
Il Ciapi, per l’accusa, era inserito nel contesto del “sistema” di affari e corruzioni che faceva capo al manager della comunicazione Faustino Giacchetto, che sarà giudicato col rito ordinario il mese prossimo, con altre quattro persone. Il pm Alessandro Picchi ha dimostrato che Di Carlo, responsabile, per conto del Consorzio Asi di Palermo, del progetto formativo “Inla Sicilia” e responsabile amministrativo e legale rappresentante del Pid di Saverio Romano, ricevette complessivamente 30 mila euro, 10 mila dei quali in contanti, per agevolare l’aggiudicazione alla Media Center & Management di Giacchetto della gara diretta a propagandare l’Inla.
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