Presidente Presidente del Senato Casellati in visita a Palermo in occasione della prima della Turandot al Teatro Massimo di Palermo, ma non solo. La Casellati ha colto l’occasione per visistare la sede dell’Ars, Palazzo dei Normanni con la guida del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, accompagnata dal prefetto di Palermo, Antonella De Miro, e dal generale Luigi Robusto, comandante del Culqualber.
La presidente del Senato, dopo avere ammirato le bellezze di Palazzo dei Normanni, in particolare la Cappella Palatina, la mostra dedicata a Santa Rosalia, Sala d’Ercole, la stanza di Ruggero e la Torre Pisana, ha definito la Sicilia “L’isola del tesoro” e ha aggiunto: “Questa regione ha ben sette siti iscritti nella World Heritage List dell’Unesco e una ricchezza unica di paesaggi e monumenti. Palazzo dei Normanni con i suoi mille anni di vita è un vero e proprio scrigno che contiene testimonianze storiche delle diverse dominazioni che si sono succedute in Sicilia. Ma la ricchezza culturale non basta – ha aggiunto -. Affinché la bellezza possa diventare anche una leva economica, servono strutture ricettive, collegamenti e servizi funzionali. Per colmare queste lacune occorrono finanziamenti pubblici mirati e una distribuzione oculata delle risorse”.
La prima della Turandot al Taetro Massimo di Palermo ha visto la presenza del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, in visita a Palermo per due giorni.
In concomitanza con la prima anche il ritorno agli antichi splendori dell’antico sipario restaurato che tornerà ad accogliere il pubblico in occasione di ogni spettacolo in Sala Grande, così come era avvenuto dall’inaugurazione nel 1897 fino alla chiusura del 1974.
Volotea, il Comune di Palermo, la Fondazione Teatro Massimo e la Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo hanno presentato nei giorni scorsi al pubblico lo storico sipario, che ritorna al posto in cui l’avevano voluto il suo creatore, il pittore Giuseppe Sciuti, e gli architetti del Teatro Giovan Battista e Ernesto Basile.
E dal passato luminoso si va verso un futuro pieno di invenzione, quello di “Turandot” ambientata nella Pechino del 2070, coloratissima, dove i palazzi sono draghi che volano, e persino i personaggi possono moltiplicarsi come fossero caduti in uno specchio. Spade laser, guardie robotiche, lo spettacolo è un fantasy, ma anche frutto di studio severo.
Il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, è stata inoltre in visita oggi alla fattoria comunitaria di Danisinni dopo la prima di ieri di Turandot al Teatro Massimo, ha ricordato davanti a una platea di residenti e a Frà Mauro Billetta, la necessità di «sostenere ciò che si fa qui a Danisinni: un’attività di raccolta, di recupero attraverso l’istruzione e il dialogo continuo con tutte le realtà: qui si fanno spettacoli, come quelli realizzati dal Teatro Massimo, perché anche la musica è un collante, l’elemento che parla a tutti in maniera eguale.
Il sogno che qui si realizza, mettendo insieme le persone, è di far sì che tutti abbiano l’obiettivo di un futuro migliore, è riuscire a far dialogare, con un recupero quotidiano, questi ragazzi rimasti ai margini della società. Tutto ciò è rappresentato nel bellissimo murale che accoglie chi arriva a Danisinni, bellissimo anche per quello che ci comunica: la volontà di condividere un pezzo di vita da passare assieme. Si tratta di piccole cose, ma è nelle piccole cose che vediamo chi siamo veramente».
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