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PresenteFuturo 2018: torna al Teatro Libero con la 13^ edizione

PresenteFuturo 2018. Amore, sentimenti, il corpo, le nuove tecnologie, i rimandi al cinema, la quotidianità, la questione generazionale sono i temi al centro delle dodici creazioni della della tredicesima edizione di PresenteFuturo‘18, il festival internazionale del Teatro Libero di Palermo dedicato alle arti performative da giovedì 17 a sabato 19 maggio 2018.

Sulla scena del Teatro Libero si contaminano le discipline della danza, del teatro, della performance e del circo contemporaneo in una tre giorni nata dalla volontà della direzione del Centro di Produzione di piazza Marina e che vede in scena dodici progetti provenienti da Francia, Germania, Svizzera e naturalmente dall’Italia (due le presenze palermitane) contendersi cinque premi assegnati da una giuria internazionale.

Tra le oltre cento proposte, molte arrivate da Paesi europei, sono stati selezionati undici progetti in coerenza con l’obiettivo di PresenteFururo: scandagliare la giovane creazione contemporanea europea e creare uno spazio di contaminazione e sconfinamenti tra il circo contemporaneo, la danza, il teatro e il circo contemporaneo con una particolare attenzione per la scena giovane siciliana.

Da quest’anno, oltre al consolidato rapporto con il Be Festival di Birmingham, Teatro Libero collabora con il FITT di Tarragona, con il Teatro San Materno di Ascona e in modo più stretto con il Dipartimento di Arte e Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma per sviluppare il progetto “Per fare il Teatro che ho sognato”. Collabora al Festival anche il sindacato dei Cobas che sostiene il progetto con un proprio premio.

PresenteFuturo 2018: uno dei progetti in concorso sarà il vincitore del Minimo Teatro Festival

I progetti spaziano dall’ironica e divertente riflessione sulla questione generazionale, narrata e messa in discussione da Generazione Why della compagnia spagnola Teatro en Vilo di Madrid per un progetto di Andrea Jiménez Noemi e Noemi Rodríguez si passa all’inquietante scenario del rapporto del corpo con la propria stessa immagine, tra riflessioni e musica elettronica, in Selfie di Giulio Boato della compagnia DoyouaDa di Venezia.

Lo studio sul corpo prende il via con Borderlight diFrancesca Lombardo, e arriva al centro della ricerca di Edouard Hue, che in “Forward” ne mette in mostra l’onnipotenza in una coreografia intensa e scenica, e torna ancora in The shape of water di Sara Angius che riflette su quanto un’esperienza personale possa plasmare anche il corpo, oltre che la mente ,di un singolo individuo finendo per condizionare una società. C’e un rimando cinematografici, un omaggio a Ettore Scola, con Une journée particulière della compagnia francese Sibi e anche due progetti palermitani: uno di danza, Blu ottobre di Maria Stella Pitarresi e l’altro tra circo e teatro della compagnia Quintoequilibrio, Esco, così mi perdo, un progetto di Quinzio Quiescenti e Daniele Nash. Infine non manca il sentimento declinato nell’amore di coppia in L’amore ha i tempi dei Playmobil di Elisa Pagani e perfino la vita e suoi stravolgimenti, invece, al centro di Rien de nouveau dans le journaux di Juan Duarte Mateos.

Uno dei progetti in concorso sarà il vincitore del Minimo Teatro Festival, proseguendo la collaborazione che il Teatro Libero Palermo ha avviato con il Piccolo Teatro Patafisico.

Fuori concorso c’è invece Everything is ok di e con Marco D’Agostin: vincitore del “premio Teatro Libero di Palermo” del Be Festival 2017

Una coreografia che si concentra sull’esibizionismo di un corpo iperattivo e vivo di interessi che però, somigliando al quotidiano contemporaneo, impone una domanda: c’è un tempo per la stanchezza, per la pausa?

«Abbiamo ricevuto tantissime proposte – sottolinea Luca Mazzone, curatore del Festival e direttore artistico del Libero – a seguito del bando internazionale veicolato in tutta Europa grazie alle sinergie e alle collaborazioni che quest’anno, oltre al consolidato rapporto con il Be Festival di Birmingham, ci vedranno partner del FITT di Tarragona, del Teatro San Materno di Ascona in Svizzera e del Dipartimento di Arte e Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma per il progetto “Per fare il Teatro che ho sognato. Presente Futuro prosegue e si rafforza grazie al respiro internazionale quale contenitore rivolto al contemporaneo con una forte attenzione alla mobilità degli. Ci piacerebbe che questo Festival diventasse sempre più un appuntamento atteso della primavera palermitana e che ricevesse l’attenzione dovuta e che ancora manca».

Cinque i premi che saranno assegnati

il primo è il “Festival PresenteFuturo 2018”, 1000 euro in denaro, una settimana di residenza al Teatro Libero (durante giugno 2018) e la partecipazione al BE Festival (a Birmingham dal 3 al 7 luglio 2018) nel programma “Early Ideas”.

C’è il “Premio Festival FITT Tarragona” che consiste nella partecipazione, invece, al Festival Internazionale di Teatro di Tarragona del 2019. Segue il “Premio Teatro San Materno”, ovvero una settimana di residenza al Teatro San Materno di Ascona (Svizzera) e una performance pubblica di almeno 40 minuti.

Il Premio “Per fare il teatro che ho sognato” – Per-formare il Sociale è in collaborazione con il Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo della Sapienza – Università di Roma ed è un premio in denaro di 1000 euro che viene assegnato allo spettacolo che presenta una maggiore vocazione sociale. Infine il “Premio Zero in condotta”: 500 euro in denaro per il lavoro che privilegia le tematiche sociali, politiche e sindacali, in collaborazione con Cobas.

Una giuria internazionale

La giuria internazionale è composta dal direttore del Birmingham European Festival (BE FESTIVAL) Miguel Oyarzun, dal direttore del Festival Internacional de Teatre de Tarragona (Fitt) Joan Negrié, dalla direttrice artistica dell’Anghiari Dance Hub Gerarda Ventura, dallo storico del teatro Nicola Fano e dal professore del Dipartimento di Storia dell’arte e dello spettacolo della Sapienza di Roma, Stefano Locatelli.

PresenteFuturo ’18 è sostenuto dal MIBACT, ideato dal Teatro Libero di Palermo in collaborazione con BE Festival Birmingham, FITT Festival Tarragona, Teatro San Materno di Ascona, in collaborazione con il progetto “Per fare il teatro che ho sognato” del Dipartimento di Storia dell’Arte e dello Spettacolo dell’Università di Roma – La Sapienza, e i COBAS per il progetto “Zero in condotta”.

Redazione

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