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Premio Buttitta, domani la consegna al Centro Sperimentale di Cinematografia

di redazione

Palermo, 17 DIC – Si terrà domani pomeriggio, martedì 18 dicembre, alle 16:30, nella cornice del Centro Sperimentale di Cinematografia (ai Cantieri Culturali alla Zisa, padiglione 6, via Paolo Gili 4), a Palermo, la cerimonia di premiazione della settima edizione del Premio Ignazio Buttitta, promosso dalla omonima Fondazione.

A condurre la cerimonia sarà il professore Ignazio E. Buttitta.

Nato nel 2006, il Premio Ignazio Buttitta viene assegnato a personalità siciliane che si siano distinte nelle scienze, nella letteratura, nelle arti, nel giornalismo, nell’editoria, e non siciliane che abbiano con la loro attività, significativamente promosso e valorizzato aspetti della cultura dell’Isola.

Vengono conferiti annualmente nell’ambito delle rispettive edizioni della rassegna Li vuci di l’omini. Fin dalla sua nascita, è stato assegnato a personalità di altissimo profilo fra i quali ricordiamo Vincenzo Consolo, Giuseppe Tornatore, Francesco Renda, Ferdinando Scianna, Enzo Sellerio, Giovanni Sollima, Francesco Alberoni, Gioacchino Lanza Tomasi, Gianni Puglisi, Tullio De Mauro, Alfonso Giordano, Giuseppe Quatriglio.

E anche i nomi dei vincitori della VII edizione del Premio rivelano come il “Buttitta” sia oggi un osservatorio privilegiato per riconoscere il giusto merito a quelle energie presenti sulla scena culturale italiana: Maria Costa, Nino De Vita, Franco Scaldati e Natale Tedesco.

Mai come durante il periodo che va dalla seconda metà del Novecento fino ai nostri giorni, la città e la provincia di Messina hanno consegnato figure e opere importanti nella storia della poesia siciliana contemporanea.

Tra queste, per la forza del dettato e per lo straordinario linguaggio, si distingue la poetessa messinese Maria Costa. Priva di regolari studi scolastici, nata e cresciuta in una famiglia di poveri pescatori fin da piccola la Costa si mostrò attenta ai racconti dei pescatori dello Stretto, alle leggende che la gente di mare si tramanda, alla tenacia con cui quella sua gente affrontava una vita di miseria e di speranza. Da lì trasse le ragioni profonde della sua poesia. Esordisce nel 1979 e nel 1980 con due raccolte di liriche in lingua italiana presto dimenticate; infatti il suo vero esordio avviene nel 1989 con la silloge di racconti e di poesie dialettali Aprova ‘ill’ovu. Seguono le narrazioni popolaresche, i cunti e le prose autobiografiche di Cavaddu ‘i coppi (1993), e ancora le poesie di Scinnenti e muntanti (2003), le liriche di Ventucavaleri (2005) fino alla più recente raccolta di Mari e maretta (2010). Il suo dialetto non è il messinese letterario della tradizione colta ma un impasto della parlata in uso nel rione popolare messinese Case Basse della riviera Paradiso sullo Stretto (dove la poetessa nacque e tutt’ora vive), e il lessico della gente di mare, alla quale essa appartiene da generazioni.

Nino De Vita è oggi uno dei più significativi interpreti della grande tradizione letteraria della Sicilia. La singolare qualità artistica delle sue poesie si riconosce e impone nella attitudine a sublimare e annullare la frontiera tra scrittura e realtà convertendo luoghi, persone, avvenimenti anche i più minuti in miti esemplari. In una brillante prefazione a una delle raccolte di De Vita, Vincenzo Consolo ha segnalato come, analogamente a quanto fece Luigi Pirandello per laurearsi a Bonn, occorrerebbe che qualcuno facesse una tesi sulla lingua di De Vita. Sarebbe, infatti, un contributo prezioso alla conoscenza tanto delle sue opere, quanto della cultura linguistica della Sicilia e dei suoi poeti: anche di Ignazio Buttitta, di cui De Vita ha dipinto un magistrale ritratto nel volume Òmini. Altre sue opere, da ritenere classici della letteratura siciliana, sono Cutusìu, Cùntura, Nnòmura, Fosse Chiti: tutte raccolte poetiche che giustamente hanno meritato molti premi, tra cui il Moravia, il Mondello, il Napoli, il Cattafi, il Cardarelli.

La nobile e importante tradizione del teatro siciliano, dei Martoglio per i testi e dei Musco per la recitazione, ha in Franco Scaldati uno degli esponenti più notevoli e significativi. Diversamente dagli attori che nel recitare, tanto nella gestualità quanto nella vocalità indulgono in atteggiamenti e toni retorici, lo stile drammatico di Scaldati si impone per naturalezza, semplicità e spontaneità di forme espressive e modi gestuali che riescono sempre a convertire le vicende rappresentate in eventi mitici. La qualità artistica di Scaldati risulta sempre e soprattutto esemplare perché dimostra, in maniera evidente, che il teatro di prosa, contrariamente a quanto affermano alcuni appassionati cultori del cinema, quando è di evidente qualità come in Scaldati, è destinata a durare anche nei tempi futuri.

Studioso e critico eterodosso, Natale Tedesco è, per dirla con Fortini, “il diverso dallo specialista”. Sempre attento nei confronti della parola scritta, dell’importanza del testo, dell’opera d’arte, anche se immersi in contesti differenti, come quello drammaturgico e cinematografico, e della figurazione d’arte, lo studioso palermitano ha spesso rivolto la sua attenzione ai rapporti tra la letteratura siciliana e la cultura europea, occupandosi tra l’altro di autori come Lucio Piccolo e Tomasi di Lampedusa. Sua un’inedita valutazione che ha agevolato una nuova periodizzazione storiografica della poesia del Novecento, quello sul teatro siciliano da Verga a Joppolo e quello sull’opera di Federico De Roberto, sul quale ha scritto la prima monografia complessiva. Inoltre sono da segnalare gli apporti critici su questioni ed autori trascurati del Settecento, dell’Ottocento e del Novecento.

Il Buttitta, che gode del patrocinio dall’Assessorato dei Beni culturali e dell’identità siciliana, Dipartimento dei Beni culturali e dell’identità siciliana si attesta oggi come un premio dalla consolidata tradizione, che intende valorizzare il messaggio trasmesso dall’opera del grande poeta bagherese, ma con un’attenzione rivolta al contemporaneo, nei suoi vari linguaggi.

Nel corso del pomeriggio verrà proiettato il documentario “Ignazio Buttitta pueta in piazza” di Andrea Mura e Bernardo Giannone e sarà inaugurata la mostra fotografica “Con gli occhi di Lucia. Feste di dicembre in Sicilia” di Attilio Russo, allestimento di Monica Modica.

Nell’ambito della cerimonia sarà inoltre consegnato il Premio Antonino Maggio a Croce Taravella e assegnate le Borse di studio della Fondazione Ignazio Buttitta. Voluto da Flora Buttitta, il Premio Antonino Maggio è stato istituito allo scopo di promuovere la ricerca nel campo della arti applicate. 

Le Borse di studio indette dalla Fondazione Ignazio Buttitta vengono assegnate ogni anno per ricerche sulle figure e le opere di Ignazio Buttitta, Giuseppe Bonomo, Giuseppe Cocchiara, Giuseppe Martorana, Antonio Pasqualino, Vincenzo Tusa. Il valore della Borsa di studio è di 2.000,00 euro.

Redazione

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