Precetto per una somma maggiore rispetto a a quella dovuta
Il precetto è l’atto con il quale il creditore intima al proprio debitore di adempiere in suo favore l’obbligo contenuto nel titolo esecutivo e cioè il pagamento di una somma.
Ma cosa accade se il precetto viene intimato per una somma superiore a quella effettivamente dovuta? Un esempio: il creditore intima il pagamento di € 500.000, quando in realtà è la somma dovuta è pari a € 50.000.
In merito, possono sorgere due interrogativi.
Primo, in caso di errore il precetto è valido?
Secondo, in caso di accoglimento dell’opposizione del debitore, il creditore può essere condannato al pagamento delle spese di lite?
L’argomento è veramente interessante in quanto accade spesso che, nel mondo degli NPL, il credito intimato nel precetto sia indicato in modo errato.. Sul punto, si possono fornire le seguenti risposte.
PRIMA RISPOSTA
L’eccessività della somma portata nel precetto non travolge questo per l’intero, ma ne determina la nullità o inefficacia parziale per la somma eccedente, con la conseguenza che l’intimazione rimane valida per la somma effettivamente dovuta, alla cui determinazione provvede il giudice, che è investito di poteri di cognizione ordinaria a seguito dell’opposizione in ordine alla quantità del credito.
SECONDA RISPOSTA
Il debitore va sempre condannato al pagamento delle spese di lite anche in ipotesi di accoglimento dell’opposizione a precetto, in quanto il creditore non perde tale qualità ma si accerta solo ed esclusivamente che sia titolare di un diritto inferiore.
La riduzione del credito può essere motivo per la compensazione parziale delle spese di lite. A confermare tale interpretazione sono state diverse pronunce della Corte di Cassazione. In particolar modo, si segnalano le sentenze n. 20374 dell’11.10.2016 e n. 27032 del 19.12.2014.