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Porti. Raia (Pd): ‘No’ a norme UE che bloccano finanziamenti pubblici alle Autorità portuali

PALERMO – “La Sicilia dice ‘no’ alle nuove norme sui servizi portuali proposte da Bruxelles, che bloccano di fatto i finanziamenti pubblici alle Autorità portuali e rischiano di soffocare le attività dei porti siciliani”. E’ la posizione della commissione sull’attività dell’Unione Europea dell’Ars in merito alla proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un nuovo quadro normativo per l’accesso al mercato dei servizi portuali ed alla regolamentazione finanziaria dei porti.

“In base alle indicazioni della Comunità Europea – dice Concetta Raia, vicepresidente vicario della commissione UE all’Ars – le Autorità portuali vengono considerate alla stregua di altre attività di impresa: questo porterebbe allo stop dei finanziamenti pubblici. Ma in Italia i porti funzionano in maniera del tutto differente rispetto a molti altri Paesi comunitari, ed è superfluo sottolineare che in Sicilia le attività portuali hanno un ruolo particolarmente rilevante nel panorama sociale ed economico. Insomma, se passasse la linea voluta dall’Europa, si strozzerebbe qualunque possibilità di sviluppo dei porti siciliani”.
“Oltretutto – aggiunge Raia – le proposte dell’Unione Europea rischiano di ottenere l’effetto opposto rispetto a quello prefissato: più che snellire, si appesantiranno gli aspetti burocratici che regolano le attività delle Autorità portuali. Si tratta di norme ‘eccessive e non necessarie’, calibrate forse su realtà portuali di altri Paesi europei, ma che non tengono conto delle necessità specifiche dei porti siciliani. Sulla stessa posizione si è già espresso il Senato della Repubblica, attraverso una risoluzione della commissione Lavori pubblici”.
Secondo la commissione UE all’Ars, il regolamento proposto da Bruxelles “non consente di graduare a sufficienza l’intervento normativo in modo da tenere in giusta considerazione le notevoli differenze esistenti a livello operativo e strutturale tra i vari sistemi portuali dell’Unione europea: si rischia, infatti, di introdurre effetti distorsivi e controproducenti sul funzionamento delle economie e delle infrastrutture dei territori coinvolti”.
In Sicilia sono considerati porti principali della rete Ten-T Core quelli di Palermo, Catania, Termini Imerese ed Augusta; mentre Messina, Siracusa, Trapani e Milazzo sono nella rete Ten-T “Comprehensive”, cioè porti secondari.
Le osservazioni della Commissione dell’Ars verranno trasmesse al Comitato delle Regioni, organo consultivo della Commissione europea, attraverso la Rete di monitoraggio sul rispetto del principio di sussidiarietà negli atti europei, Rete di cui l’Assemblea Regionale è partner.
Redazione

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