Ponte Stretto: Marziale, da Governo tecnico si aspettava piu’ serieta’

Catanzaro, 1 nov – ”Il Consiglio dei Ministri ha
deciso di prorogare per circa 2 anni i termini volti
all’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo
stretto di Messina al fine di verific…

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di redazione

Catanzaro, 1 nov – ”Il Consiglio dei Ministri ha
deciso di prorogare per circa 2 anni i termini volti
all’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo
stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilita’
tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di
bancabilita”’. A questa notizia, il sociologo Antonio
Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori
e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia,
reagisce: ”Da un Governo tecnico c’era da aspettarsi piu’
serieta’. Da decenni la discussione sul Ponte imperversa
illudendo i calabresi e i siciliani con prospettive di
progresso anche economico. La realta’, pero’ – sottolinea il
sociologo – e’ rappresentata da una regione, la Calabria,
dove il sistema viario e’ disastrato, il sistema dei
trasporti praticamente nullo, basti considerare i problemi
della gia’ inesistente Ferrovia Calabro-Lucana, e i
collegamenti decisi dalle aziende come le FFSS e dalle
compagnie aeree ridotti al lumicino. Continuare ad oltranza
con questa pantomima e’ indegno”. Per Marziale: ”La Calabria ha bisogno di strade,
collegamenti ferroviari che, per esempio, facciano percorrere
i pochi chilometri che la separano dalla vicina Puglia in
poche ore rispetto alle quasi otto che servono oggi, lo
stesso tempo che impiega la linea ad alta velocita’ per fare
andata e ritorno da Salerno a Milano. Fatto cio’ si puo’
pensare all’avveniristico Ponte sullo Stretto”. ”E poi – incalza il sociologo – urgono ospedali, istituti
scolastici nuovi. Politiche che facciano sentire davvero le
giovani generazioni calabresi protagoniste principali e non
soltanto mere osservatrici del processo di
globalizzazione”. Per il presidente dell’Osservatorio, infine: ”Le
politiche illusorie provocano un livello di sfiducia nelle
istituzioni che puo’ rivelarsi fatale in termini di lotta ad
un crimine radicatissimo sul territorio. I giovani hanno
bisogno di vedere non di sentire. E’ tempo di smetterla,
onorevole presidente Monti”.red/dab/