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Politica siciliana, l’analisi di Salvo Alotta

di Salvo Alotta

Palermo, 9 nov. – In un momento come questo, in cui politica e politici hanno perso ogni forma di credibilità e affidabilità, sarebbe interessante iniziare un viaggio all’interno dei palazzi del potere e delle segreterie di partito per comprendere meglio quali dinamiche, interne ed esterne, contribuiscono più o meno significativamente alle scelte e alle azioni della classe dirigente. Decisioni e comportamenti che influiscono sulla vita dei cittadini indipendentemente dalla loro consapevolezza o affezione/disaffezione, fiducia/sfiducia, informazione/disinformazione sulla politica stessa.

Partiamo dal dato di affluenza delle ultime elezioni regionali, che sancisce un distacco dei cittadini mai visto in precedenza: solamente il 47,4% si è recato alle urne: il che vuol dire che il presidente della Regione è stato scelto da una esigua minoranza di Siciliani e così il Parlamento regionale.

Ma ecco altri dati. In Sicilia la popolazione ammonta a circa 5.050.000 persone; i votanti sono 2.203.000; le preferenze andate al presidente della regione Rosario Crocetta sono state 617.000. Un dato che si commenta praticamente da solo. In una Regione di 5.050.000 di abitanti, la classe politica che deciderà le sorti della Sicilia è stata scelta da 617.000 Siciliani, poco più del 12%.

E questo deve indurci a una semplice riflessione. Non sono i cittadini a essersi allontanati dalla politica, come sostengono tanti analisti, ma è quest’ultima che si è allontanata dai cittadini. Diventa oggi più che mai indispensabile accorciare questa distanza, contribuendo a correggere la politica, operando dall’esterno.

L’azione politica di questi anni dipenderà in parte dall’attenzione e dall’informazione che riusciremo a dare. Quando viene focalizzata l’attenzione mediatica su una questione, la politica normalmente reagisce positivamente nella ricerca della soluzione, con una rincorsa tra partiti a rilanciare per fare meglio degli altri. Non dimentichiamoci, tra l’altro, il ruolo che hanno avuto e stanno avendo anche i movimenti o le correnti rottamatrici nell’influenzare le scelte dei partiti e nel modificare l’agenda politica nazionale. Per questo sarà fondamentale rendere i cittadini veramente partecipi, non solo delle decisioni, ma anche e soprattutto delle informazioni. Come diceva Francis Bacon: “Sapere è potere”.

Redazione

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