POLITICA, RUSSO “SUD TRADITO E’ IL NORD CHE VA COMMISSARIATO”

L’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, interviene nel dibattito politico provocato dalle affermazione di Paolo Mieli, secondo cui bisognerebbe commissariare il Sud dell’Italia.

L’assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, interviene nel dibattito politico provocato dalle affermazione di Paolo Mieli, secondo cui bisognerebbe commissariare il Sud dell’Italia. “Da profondo conoscitore della storia d’Italia, Mieli non puo’ sottovalutare gli effetti di una certa politica nazionale che negli anni ha destrutturato il Sud, rendendolo sempre piu’ debole e creando le condizioni di un disequilibrio che certamente non giova al Meridione. Argomenti cosi’ seri, che impongono profonde riflessioni, non possono essere affrontati con slogan semplicistici. Certo, il Sud si e’ colpevolmente caratterizzato come terra di malaffare e criminalita’, di sprechi e disorganizzazione. E’ vero, occorrerebbe una secessione: la secessione da quelle classi dirigenti che non hanno impedito tutto cio’, che spesso anzi l’hanno favorito e che hanno barattato gli interessi degli elettori meridionali per le proprie personali posizioni di potere. Ma, detto cio’, vi e’ anche il Meridione delle intelligenze, delle passioni, della solidarieta’ e dell’accoglienza, il Sud terra laboriosa e onesta, ricca di risorse umane, culturali e intellettuali che raramente sono state messe nelle condizioni di emergere in tutta la loro potenzialita’. Da siciliano che ha fatto della credibilita’ e della legalita’ le “stelle polari” di una vita spesa al servizio delle istituzioni, prima da magistrato antimafia, adesso da amministratore pubblico, so che la stragrande maggioranza dei cittadini meridionali, ogni giorno, fa fino in fondo il proprio dovere in silenzio e con coscienza, nonostante le continue mortificazioni civili provocate da un sistema inadeguato, diseconomico, poco trasparente e male organizzato. Certi luoghi comuni, talvolta beceri, servono soltanto a rimarcare una differenza che e’ si’ nei fatti ma che fa comodo a molti, soprattutto a quel Nord che continua – o vorrebbe continuare – a godersi i privilegi prodotti da una politica volutamente antimeridionale”.

 

“Dalla Sicilia – prosegue Russo – e’ gia’ cominciata la sfida del cambiamento, la stagione delle riforme, un inarrestabile processo di trasformazione voluto dal governo Lombardo che parte innanzitutto dall’adempimento dei propri doveri, condizione essenziale per rivendicare i propri diritti. E proprio dalla sanita’ e’ iniziato un percorso virtuoso che, Mieli dovrebbe saperlo bene, e’ stato ampiamente apprezzato in tutte le sedi istituzionali. Con la riforma sanitaria abbiamo riqualificato i servizi e contenuto la spesa, lottando contro chi avrebbe voluto mantenere un modello che ha favorito incrostazioni e privilegi, declinando l’autonomia con la responsabilita’. Siamo pronti ad accettare la sfida del federalismo fiscale, ci candidiamo con entusiasmo a guidare il cambiamento e a rappresentare quella voglia di riscatto e di futuro che deve contagiare tutto il meridione d’Italia. Vogliamo liberare nuove energie, cogliere il valore dello statuto autonomistico, dare vita a un sistema nuovo, moderno, trasparente e funzionale che non puo’ prescindere dal rigore e dal sacrificio. Occorre una nuova classe dirigente piu’ matura, in grado di assumersi le proprie responsabilita’ dinanzi ai propri elettori e al Paese, che guardi all’interesse generale e al bene comune e che pero’ possa contare davvero sui valori della solidarieta’ e della equita’ che costituiscono i fondamenti dell’unita’ nazionale. Mentre Mieli si avventura nell’idea di commissariare il Sud, forse non e’ un caso che il governo piu’ “nordista” della storia, che ha fallito la propria missione, sia stato di fatto commissariato da un Governo tecnico. Provocazione per provocazione, auspico che i tanti meridionali con le carte in regola si candidino a fare i “commissari” di tutte quelle strutture di Governo che in questi anni con arroganza e senza alcuna tensione etica hanno avuto le maggiori responsabilita’ nello squilibrio produttivo del Paese, per riportare al Sud le enormi risorse economiche e infrastrutturali che sono state indebitamente negate negli ultimi decenni e soprattutto per ricreare le condizioni per valorizzare al meglio il capitale che conta: quello umano e professionale”

(Regione Sicilia)