ROMA (ITALPRESS) – Patologia infiammatoria, cronica, persistente e dal forte impatto sul benessere fisico ed emotivo, la poliposi nasale colpisce circa il 2-4% della popolazione. Nonostante questo, la conoscenza della patologia è ancora scarsa e i pazienti più gravi rinunciano a curarsi per mancanza di opzioni risolutive. Di questo si è discusso all’evento online “Non ‘sbattere il naso’ contro la poliposi nasale”, promosso da Sanofi, che ha presentato anche la campagna di sensibilizzazione “Vinci contro i disagi della poliposi nasale”.
“Spesso le persone affette da rinosinusite cronica con poliposi nasale, specie nelle forme più gravi, hanno un percorso di diagnosi e trattamento lungo e complesso con la necessità di ricorrere periodicamente alla chirurgia per liberare il naso”, ha affermato Gaetano Paludetti, presidente Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-facciale, direttore dell’UOC di Otorinolaringoiatria del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e Università Cattolica.
“Difficilmente riescono ad arrivare a una risoluzione del problema – ha aggiunto – tramite le terapie croniche a base di cortisone, intranasali o sistemiche, considerate finora lo standard di trattamento”. Per Gianenrico Senna, presidente SIAAIC (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica), “l’elemento chiave dal punto di vista della patogenesi di questa malattia è la cascata infiammatoria, che è una concatenazione di eventi che avvengono nel microambiente in cui partecipano sia mediatori sia cellule. In questa catena – ha spiegato -, il momento iniziale può essere vario, può essere l’allergene o fattori irritanti come l’inquinamento o il virus”.
Secondo Mario Bussi, direttore unità di Otorinolaringoiatria dell’IRCCS San Raffaele di Milano e presidente del Congresso della Società italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-facciale (SIOeChCF), tra i sintomi che “devono portare il paziente a farsi controllare” ci sono il “blocco della respirazione nasale, prevalentemente bilaterale”, la “progressiva scomparsa di forme sensoriali essenziali come l’olfatto e, come conseguenza, il gusto” e poi “ci può essere il sintomo del peso in testa, anche se forse la cefalea viene associata in maniera un po’ troppo facile alla sinusite”, ha aggiunto.
La campagna di sensibilizzazione di Sanofi ha l’obiettivo di fornire ai pazienti gli strumenti per essere correttamente informati sulla patologia, permette di individuare il centro di otorinolaringoiatria e allergologia più vicino attraverso il sito www.thenextbreath.it ed è patrocinata da cinque società scientifiche (AICNA, AIITO, IAR, SIAAIC e SIOeChCF) e dalle due associazioni di pazienti attive a livello nazionale (Federasma e Allergie Onlus e Federazione Italiana Pazienti e Respiriamo insieme). “È una campagna di informazione sulla poliposi nasale – ha detto Michele Barletta, responsabile dell’area Respiratorio – Franchise Immunologia di Sanofi – e di sensibilizzazione sul problema. Il nostro impegno è stato quello di provare a facilitare la possibilità di reperire informazioni utili attraverso il canale digitale”. “Siamo stati molto felici di sostenere questa campagna”, ha affermato Simona Barbaglia, presidente di Respiriamo Insieme Onlus, sottolineando che i pazienti “attraversano un calvario a volte lungo, di anni, per arrivare a una diagnosi corretta, non avendo strumenti adeguati e vivendo spesso un disagio dato dalla solitudine nel dovere affrontare una patologia che non conoscono. Il nostro dovere – ha aggiunto – è quello di collaborare per migliorare l’informazione e la sensibilizzazione su questa patologia”. Nadia Magarò di FederAsma ha evidenziato quanto “la poliposi nasale possa avere un impatto negativo” sulla vita dei pazienti, con “disturbi che necessitano di una presa in carico adeguata e multidisciplinare”. Per Magarò occorre considerare anche l’aspetto psicologico, soprattutto in relazione alla “perdita di olfatto e gusto” che “impedisce anche il ricordo di tanti eventi della vita”. “Bisogna fare una diagnosi abbastanza precoce – ha aggiunto infine Paludetti -, cercare di curare fin dall’inizio le problematiche, esami più approfonditi da eseguire e lavorare insieme con un team multidisciplinare”. Per Paludetti l’augurio è che “la campagna sia utile a pazienti, medici e anche a coloro che affrontano il problema dal punto di vista della ricerca”.
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