Uno studio condotto dal gruppo di ricerca sulle Malattie infettive del Policlinico apre nuove prospettive terapeutiche per la cura radicale dell’infezione da HIV e dell’AIDS.
La ricerca, intitolata “The Complex Dysregulations of CD4 T Cell Subtypes in HIV Infection” e realizzata dal Dottor Manlio Tolomeo e dal Professore Antonio Cascio, è stata pubblicata sulla rinomata rivista “International Journal of Molecular Science” (disponibile al link: https://doi.org/10.3390/ijms25147512).
In sintesi, i risultati si concentrano sull’analisi di alcuni sottotipi di T linfociti CD4+ infetti, nei quali il virus HIV si nasconde e che contribuiscono attivamente a proteggerlo dall’azione antivirale del sistema immunitario. Il lavoro ha registrato quasi 400 lettori in tutto il mondo già nel primo giorno di pubblicazione.
“Gli studi del Policlinico – spiegano i ricercatori – indicano che due sottotipi di linfociti T CD4+ infetti, i T regolatori (Threg) e i CD4+CTL, sono coinvolti nella protezione del virus. I Threg infetti dall’HIV proteggono il virus attraverso la produzione di citochine che inibiscono il sistema immunitario, mentre i CD4+CTL infetti attaccano e distruggono le cellule immunitarie che cercano di eliminare il virus. Inoltre, l’HIV è in grado di trasformare le cellule Th17, che ci proteggono dalle infezioni opportunistiche (una delle cause di morte nell’AIDS), in cellule Treg, potenziando significativamente l’azione immunosoppressiva di queste ultime.”
Questi nuovi dati stanno facendo emergere possibili modalità terapeutiche che potrebbero portare alla completa eliminazione del virus, agendo su questi “serbatoi cellulari infetti” che proteggono l’HIV. Queste terapie verrebbero integrate con un trattamento sperimentale sugli animali, definito “Kick and Kill” (calcia e uccidi), che prevede di “espellere” il virus dai serbatoi cellulari mediante composti specifici, per poi eliminarlo tramite anticorpi monoclonali o farmaci antivirali.
Dati sperimentali suggeriscono che l’approccio “Kick and Kill”, associato a molecole chimiche capaci di modulare le cellule Treg o i CD4+CTL infetti, potrebbe portare alla guarigione di un’infezione che colpisce ancora circa 40 milioni di persone nel mondo.
– Foto: ufficio stampa Policlinico Giaccone Palermo –
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