Polemiche sessiste, Selvaggia Lucarelli smaschera cyberbullo

Mentre in tutta Italia, ieri, si discuteva di bullismo e violenza verbale, su un’altra penisola, quella virtuale, che non riflette tendenze, ma le genera, un’alta marea di polemiche e aggressioni.

In alcuni casi bolle mediatiche “usa e getta”. Un tweet, la smentita: la polemica ufficiale della prima sera del Festival. Balivo vs Leotta. Donne che odiano le donne, poi si pentono perchè “sono cresciute con quattro femmine in casa” e la tempesta si placa.

C’è poi chi prova a cavalcare l’onda delle bufere sessiste, per trasformale in una riflessione concreta, razionale, insomma: non virtuale.

Ma se il mondo reale discute, organizza congressi, giornate nazionali di lotta al bullismo e procede faticosamente verso l’evoluzione dal sistema maschilista in cui è avvolto, il Cyberworld involve il senso di marcia. Non è un semplice coefficiente di resistenza, ma un vento contrario. Così succede che sul palco del teatro Strheler di Milano un noto personaggio televisivo come Selvaggia Lucarelli, parli di fake, haters, troll e soprattutto degli insulti che riceve quotidianamente sul web.

Contemporaneamente un ragazzino presente in sala scrive su un gruppo faceboook: «Ho davanti la Lucarelli.. ha appena difeso Ciccio Gamer, che faccio?». «Il commento più morbido – scrive la Lucarelli sul suo post di denuncia – è “sborraci sopra”».

Lei chiede al microfono se il ragazzino sia presente in sala, lui sale sul palco, ma si scusa, perchè quello è un mondo fatto di carne. Poi l’insegnante lo difende, forse perchè nemmeno lei conosce abbastanza gli universi paralleli del web, le loro leggi e i sistemi educativi stravolti che ad essi sono sottesi.

L’idea che il mondo virtuale non è una proiezione onirica, che ogni azione umana, anche sul web, dev’essere sottoposta ad una regolamentazione giuridica precisa, e che esistono nomi e cognomi, e ad essi corrisponde una responsabilità.