MILANO (ITALPRESS) – “Rispetto a quando è stato varato la situazione nazionale e internazionale, fra guerra e crisi energetica, è completamente cambiata. Il Pnrr non può essere ideologizzato ma adeguato perchè risponda all’esigenza di favorire lo sviluppo del Paese”. E’ quanto afferma il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga in una intervista a “Il Corriere della Sera” in merito all’acceso confronto politico sulla necessità di modificare il Pnrr. “L’orizzonte temporale indicato (il 2026) è tale che ha portato all’esclusione di alcune opere infrastrutturali strategiche come la velocizzazione della Venezia-Trieste” dice Fedriga che poi aggiunge: “Bisognerebbe prevedere deroghe sui tempi di realizzazione per alcuni progetti specifici”.
“Il Pnrr è stato costruito con un’impronta fortemente centralista. Non con un modello piramidale, con lo Stato centrale che dà gli obiettivi e le Regioni che li adattano alle esigenze dei territori, ma con tutte le scelte calate dall’alto, tagliando fuori completamente i nostri enti” con “Bandi centralizzati, scelte unilaterali, disomogeneità territoriali. Ecco, qui sono emerse differenze inaccettabili fra Regioni”.
“La mia Regione è all’ultimo posto per fondi pro capite. Altre realtà hanno avuto il 600 per cento in più. E’ chiaro che serve un riequilibrio” afferma il governatore friulano che nei giorni scorsi aveva detto che “non esistono aree di serie A e aree di serie B”: “I numeri parlano chiaro. L’ho fatto presente anche al governo” sottolinea Fedriga che del problema ha parlato con il ministro Fitto: “Ha preso atto del problema, che abbiamo sottolineato come Regioni non singolarmente, e ci ha detto che farà il possibile”. “Fitto è sensibile alle istanze che abbiamo avanzato. E’ chiaro, però, che anche lui è arrivato a partita in corso. Quell’impostazione centralista del Pnrr l’ha data il governo Conte II” aggiunge: “Siamo consapevoli che i margini di manovra a questo punto sono limitati. Ci aspettiamo però alcune correzioni” ma no una riscrittura: “Dobbiamo muoverci nell’alveo del possibile. Chiediamo una revisione, non una riscrittura. Penso che sia anche nell’interesse dell’Europa che i fondi messi a disposizione servano allo sviluppo del Paese e non vadano persi o sprecati”.
foto: ufficio stampa regione Friuli Venezia Giulia
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