Picasso a Roma. A quasi cent’anni dal suo viaggio a Roma, le Scuderie del Quirinale ospitano a partire dal 22 Settembre la mostra “Pablo Picasso tra Cubismo e Neoclassicismo 1915-1925”. La mostra si colloca all’interno del progetto “Picasso-Mediterraneo 2017-2019” con il quale s’intende documentare ed esporre la produzione artistica del pittore successiva al suo soggiorno di due mesi in Italia. Molte delle opere sono state prestate da oltre 38 musei di fama mondiale tra i quali il Guggenheim di New York, il Museè Picasso e il MoMa.
“È un grande progetto a cui le Scuderie stanno lavorando sin dal 2015, in accordo con il Musée Picasso. Presentiamo a Roma oltre 100 opere provenienti da oltre 50 prestatori europei, nordamericani e giapponesi”, è il commento di Mario De Simoni, Presidente e Ad di Ales spa, co-produttrice dell’iniziativa insieme alle Gallerie Nazionali d’Arte Antica e MondoMostre Skira.
Tra i capolavori in esposizione si susseguono nelle diverse sale dipinti su tela, disegni su carta, fotografie, documenti anche inediti, bozzetti e abiti di scena che il pittore spagnolo realizzò tra il 1915 e il 1925.
Dai personaggi della Commedia dell’Arte come “Arlecchino allo specchio” e i ritratti di saltimbanchi, a quelli di donne, “Olga in Poltrona”, “Donna seduta in camicia” e “Due donne che corrono sulla spiaggia”. Dalle raffigurazioni di nature morte a oggetti e scene di vita quotidiana che evidenziano l’influenza che l’arte classica romana, la vicinanza ai Futuristi e il clima partenopeo ebbero nel suo già affermato percorso rivoluzionario cubista che ebbe inizio con “Les Demoiselles d’Avignone”.
“Il viaggio di Picasso in Italia ha cambiato la sua vita e la sua arte. Qui, infatti, conosce Olga Khokhlova, la ballerina russa che sarebbe diventata sua moglie. E cambia la sua arte perché rimane impressionato dalla cultura classica greca e romana e questo si vede nelle opere che produce successivamente” aggiunge il Presidente De Simoni.
Era il Febbraio 1917, a cavallo della prima guerra mondiale, quando Picasso a soli 36 anni, dopo aver visto smembrarsi la sua Bande e arruolarsi molti dei suoi amici, venne a Roma lasciandosi coinvolgere dall’amico Cocteau nella realizzazione dei costumi e delle scene della Parade che S. Djagilev, grande impresario russo che cambiò lo scenario artistico, stava portando a teatro. Alla scenografia, nello studio di Via Margutta, collaborarono anche Fortunato Depero e Carlo Socrate.
Una descrizione poetica del viaggio e delle opere realizzate dal genio di Malaga è “Ode a Picasso” che scrive lo stesso Cocteau nel 1919, poco prima di entrare in clinica per disintossicarsi dall’oppio. Il Sipario per il balletto, una tela lunga 17 metri e larga 11, è esposto per la prima volta nella sala affrescata da Pietro da Cortona di Palazzo Barberini.
La mostra durerà fino al 27 Gennaio 2018.
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