MILANO (ITALPRESS) – “Anche se stiamo vivendo in un’atmosfera da feste natalizie, per Milano il 12 dicembre è una data segnata col circoletto rosso nel cuore e nella testa dei nostri concittadini. Questo giorno segna infatti una della più tragiche ricorrenze nella storia di Milano e di tutta l’Italia. Il 12 dicembre del 1969 scoppiò la bomba che pose fine all’apparente tranquillità del Secondo Dopoguerra. Quel giorno di 54 anni fa Milano e l’Italia persero l’innocenza, col primo grande atto di terrorismo compiuto dalla nascita della Repubblica”. Così il sindaco Giuseppe Sala, nel suo discorso per il 54esimo anniversario della Strage di Piazza Fontana, a Milano.“La bomba di Piazza Fontana mise in evidenza un tema ancora attuale – sottolinea il primo cittadino -. La libertà, i diritti fondamentali e la democrazia sono sì un patrimonio condiviso, sostenuto e difeso dalla maggioranza dei cittadini. Esisteva però allora e c’è ancora oggi una minoranza di nemici delle libertà, sostenitori dell’autoritarismo, del sopruso e financo dell’odio come principi regolatori della società. Milano rifiutava nel 1969 e rifiuta ancora questo atteggiamento che nega la dignità di ogni uomo, e per questa opposizione fu colpita con inusitata violenza il 12 dicembre di quell’anno. 17 cittadini persero la vita e 90 persone furono ferite a causa della bomba fatta deflagrare qui, a piazza Fontana, a poche centinaia di metri dal Duomo e da Palazzo Marino. 54 anni fa come oggi la nostra città vuole essere una guida sociale del Paese, e i terroristi di Piazza Fontana colpirono i nostri concittadini per spegnere il desiderio di più libertà e più diritti trainato da Milano e diffuso nel resto d’Italia”. “La strategia della tensione partì dall’attentato del 12 dicembre e si estese nel resto d’Italia, trovando però una ferma reazione da parte della nostra città – aggiunge Sala -. Milano ha guidato la risposta contro ogni svolta autoritaria, fedele al suo spirito democratico e repubblicano che già l’aveva portata a prendere il comando della Liberazione d’Italia il 25 aprile 1945”. “A Milano fascisti, nazisti, vecchi e nuovi, così come chi propaga le ideologie dell’odio e del nazionalismo più bieco non devono avere spazio, come ben sanno tutti i nemici della libertà che provano a scuotere la nostra comunità – dice il sindaco Sala -. Questa tenuta democratica non lenisce però la sofferenza provata per chi ha subito l’efferatezza dell’odio politico, e ancora oggi non possiamo che ripetere la nostra indignazione per la mancanza di giustizia sulla strage di Piazza Fontana, pur sapendo però, grazie alla magistratura, che questo attacco terroristico contrario a ogni principio di umanità ed etica è stato concepito ed elaborato negli ambienti dell’eversione nera. La matrice fascista della strage di piazza Fontana è una verità storica inoppugnabile, che aggrava l’ingiustizia inferta ai familiari e a tutta Milano per la mancata condanna degli attentatori. Milano non rinuncerà mai a cercare la verità su questo attacco, e ogni anno rinnoverà la sua richiesta di giustizia, all’attuale Governo così come ai futuri esecutivi, fino alla fine. Così come non si stancherà mai di far memoria di questa strage. Piazza Fontana è una delle ferite più dolorose mai vissute dalla nostra comunità, ma la sofferenza per i 17 nostri confratelli uccisi è stata accompagnata da un moto per la difesa dei diritti fondamentali che mai più s’è fermato”. “Oggi siamo qui per omaggiare le vittime dell’orrore fascista, e per ribadire la nostra fede incrollabile nella libertà e nella democrazia. Una promessa di progresso e giustizia che rispetteremo per chi ha perso la vita nell’attentato di Piazza Fontana e per assicurare un futuro migliore alle e ai cittadini di Milano – conclude Sala -. Quattro anni fa si è celebrato mezzo secolo da questa orrenda strage e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è venuto a porgere l’omaggio dell’Italia intera. In quell’occasione, davanti al consiglio comunale, ai parenti delle vittime, alle vedove Pinelli e Calabresi, ha pronunciato queste parole: ‘Quella stagione fu specchio dell’anima, della sofferenza del nostro popolo, chiamato a rafforzare una fedeltà laica e civile ai valori della Costituzione: il patto di cittadinanza – basato su principi fondativi, ideali civili, storia plurale ma comune – lasciatoci in eredità dalla Lotta di Liberazionè. Il Presidente Mattarella faceva cenno all’anima: l’anima di un tempo, di un popolo, di una città. Oggi quell’anima siamo ancora qui ad abbracciarla, a difenderla, a farci forti con lei”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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