Rifiuti Zero Sicilia, Wwf Sicilia, Aic Sicilia e Comitato Beni Comuni e Pubblici Rodotà Sicilia insieme per chiedere al governo regionale di dire No agli inceneritori.
“Il governo Musumeci ha la possibilità di indicare la strada da seguire, non perda l’occasione”.
Entro domani intanto, al ministero dell’Ambiente, dovranno pervenire le stime dei flussi delle varie tipologie di rifiuti prodotte dalle regioni e la fotografia degli impianti, attuale e che si vuole realizzare, per il loro trattamento.
La raccolta dei dati servirà alla redazione del Piano rifiuti nazionale, che dovrà essere approvato entro il 2022.
“Il dialogo tra governo centrale e territori – aggiungono le associazioni – si è aperto dopo la sentenza con cui il Tar del Lazio ha bocciato il piano inceneritori inserito nel decreto Sblocca Italia. Almeno due gli impianti previsti per la Sicilia”.
“Quella sentenza – osserva Manuela Leone, presidente di Rifiuti Zero Sicilia – è stata una tappa fondamentale: ha dato ragione a chi per anni ha ribadito che le soluzioni calate dall’alto e basate su una mappatura superficiale non vanno bene. Era stato proprio sulla base delle previsioni dello ‘Sblocca Italia’ che la Sicilia si è vista imporre dai funzionari ministeriali la previsione di due inceneritori. Previsione tra l’altro sconfessata dal ministro”.
Le associazione auspicano che “il governo regionale faccia la propria parte”, dopo che “l’assessore ai Rifiuti, Alberto Pierobon, ha definito gli inceneritori ‘non una priorità”.
Ma, allo stesso tempo, si dicono “preoccupate per le dichiarazioni del presidente Nello Musumeci che, di recente, ha aperto la porta alla possibilità di costruire un termovalorizzatore, termine, peraltro – sottolineano – non presente nel glossario Ue, in cui si parla sempre e comunque di incenerimento, che sia con o senza recupero energetico”. “Il governatore – chiedono – dica chiaramente quale visione ha per la Sicilia del futuro. E lo stesso facciano tutte le parti politiche”.
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