Le associazioni dei pescatori di Mazara del Vallo hanno richiesto una continua ed attenta protezione del loro naviglio.
Come riportato dal Giornale di Sicilia il 18 Marzo, la flotta di Mazara del Vallo intende operare, in tutta tranquillità, nelle note “acque di esclusività libica” che in realtà non lo sono affatto.
Al riguardo si è espressa anche la Comunità Europea. Pochi giorni dopo, domenica 21 Marzo, il Ministro degli Esteri Di Maio, con il vertice ENI, si è recato in visita proprio a Tripoli ove ha incontrato il suo omologo , il ministro degli esteri Najla Al Mangoush e le massime autorità Libiche: il Presidente Mohammed Menfi e due deputati: Abdullah Al-Lafi e Mossa Al-Konied , ed infine il primo Ministro Abdul-Hamid Dbeibah. L’ENI ha confermato il suo impegno in Libia nelle attività già in essere.
Le due parti hanno ripreso la discussione sull’impegno italiano nella realizzazione della famosa strada “costiera” già promessa nella precedente visita in Libia in occasione del sequestro dei pescherecci Siciliani e della lunga detenzione dei marittimi di Mazara del Vallo.
Ma non è noto se si sia anche affrontato il problema delle famose acque internazionali, di esclusiva pertinenza libica ed ove i pescatori siciliani hanno tutta l’intenzione di fruire liberamente.
In realtà già una prima soluzione potrebbe essere attuata con un costo assai limitato. Infatti si potrebbero installare delle piattaforme dotate di un radar a controllo remoto della triskav , sulla linea TRIPOLI- Capo AL HAMAMH .
L’attività di sorveglianza marittima realizzata dai radar triskav avviene da remoto e può essere effettuato sia da una sala di controllo situata in Libia che da una sala di controllo situata in Italia.
Se la realizzazione della linea di sorveglianza radar fosse finanziata dalla Cooperazione Internazionale, oppure dalla Regione Sicilia, od anche dal Ministero degli Interni, vista comunque la sua rilevanza per la sicurezza italiana, la sorveglianza radar potrebbe benissimo essere gestita da una unità operativa ubicata a Palermo, piuttosto che a Roma o a Mazara del Vallo.
Primo: si localizzano tutte le piccole imbarcazioni che giungono dal mare aperto verso le acque e le coste nazionali Libiche.
Secondo: si possono sorvegliare tutte le piccole imbarcazioni che lasciano la costa Libica e le acque territoriali in direzione delle acque internazionali seguendone la rotta.
Terzo: si localizzano tutte le operazioni di trasbordo illegale di persone o di marci effettuate con l’accosto fra due imbarcazioni.
In questo modo sia la Marina Militare Italiana che altre forze navali sarebbero sempre in grado monitorare ciò che avviene sulle coste Italiane e di concordare le sue azioni sia con i colleghi Libici sia con i colleghi della flotta europea dispiegata per le azioni di contrasto alle attività illegali.
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