Un insegnante di religione ha ricevuto lo stipendio per sette anni senza aver mai lavorato un solo giorno. Un errore del cervellone elettronico che accreditava gli stipendi perchè l’aveva inserita fra i professori di ruolo. L’insegnante aveva invece un contratto a tempo determinato.
La donna ha quindi incassato per sette anni lo stipendio senza andare al lavoro e per un totale di 143 mila euro. Ora, la professoressa è stata condannata per truffa a due anni mezzo di carcere.
La vicenda emerge nel 2011, quando Calandra ottiene la cattedra a Grosseto. In questa occasione si scopre dell’errore nel data base del “Centro elaborazioni servizi sistema informatico integrato di Latina”.
L’insegnante di Partinico, in provincia di Palermo, su indicazione della Curia arcivescovile aveva lavorato nel 2004 negli istituti Don Calogero Di Vincenti di Bisacquino e Don Giovanni Colletto di Corleone. Scaduti i contratti, lo stipendio le fu accreditato fino a giugno 2011. Fu comunque lei stessa, una volta emerso l’inghippo, ad autodenunciarsi. Ma dopo la denuncia trasferì le somme su un altro conto corrente subito estinto.
I finanzieri sequestrarono i beni che ora sono stati confiscati su ordine del Tribunale che l’ha condannata per truffa aggravata. A nulla è servita la difesa basata sulla “buona fede” della donna, e neppure la tesi che non potesse restituire il denaro in quanto disoccupata.
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