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di redazione
L’allarme lanciato da Giovanni Impastato, che da tempo chiede alle istituzioni di intervenire per mantenere il decoro dell’area dove il fratello Peppino venne massacrato dalla mafia, sembra aver finalmente trovato risposta. La Regione avrebbe approvato il progetto di 1 milione e 200 mila euro per il recupero del sito della memoria. Il responsabile unico del procedimento Salvatore Pirrone, avrebbe disposto l’esproprio del casolare e di 1.600 metri quadri di terreno circostante, di dubbia proprietà, in cui dovranno sorgere anche un anfiteatro e una pinacoteca. La Regione, nell’ottobre del 2011, giovandosi della previsione urbanistica comunale preordinata all’esproprio dell’area, aveva avviato le procedure per l’acquisto del sito da parte dei proprietari (mediante accordo bonario) per realizzare il museo ed eliminare la situazione di grave degrado del sito, opportunamente denunciata da Giovanni Impastato.
La soluzione, però divenne impercorribile per l’ampia divergenza registrata tra quanto offerto dall’amministrazione regionale, sulla base della perizia di congruità del valore dell’immobile e del terreno, e quanto invece richiesto dai proprietari. Non avendo potuto raggiungere un accordo con i proprietari e ritenendo di assoluta importanza raccogliere la richiesta venuta dalla società civile e dagli abitanti di Cinisi di recuperare questo luogo, in modo da farne occasione e strumento di conservazione della memoria della battaglia civile di Peppino Impastato e di attività per la comunità locale, l’ente sta procedendo all’esproprio. Per il progetto della Regione, che dovrebbe essere completato entro il 2014, sono già disponibili le risorse finanziarie.
Intanto domani ricorre l’anniversario della morte di Placido Rizzotto, il sindacalista ucciso dalla mafia il 10 marzo del 1948. “Il riuso sociale e produttivo dei terreni confiscati alla mafia da parte delle cooperative di Corleone è il modo migliore per ricordare Placido Rizzotto”. Lo dice il senatore Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, che oggi ha partecipato a Corleone al Seminario “Germogli di speranza”.
“Placido Rizzotto – aggiunge – ha avuto il coraggio di sfidare un sistema feudale gestito dai padroni e da Cosa nostra, che negava i diritti ai contadini e annientava la loro dignità umana, organizzando e guidando l’occupazione delle terre incolte. Oggi quelle terre tolte alla mafia dallo Stato e affidate alle cooperative antimafia danno lavoro a decine di giovani e rappresentano il simbolo della legalità che si fa sviluppo”.
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