Pellet, che fregatura: non sbagliare anche tu | 3 segnali che dicono quando é scadente

Pellet scadente, ecco come riconoscerlo - fonte pexels - sicilianews24.it
Pellet scadente, ecco come riconoscerlo – fonte pexels – sicilianews24.it

Come riconoscere un buon pellet: ecco i segreti per un riscaldamento efficiente

Con l’arrivo della stagione fredda, scegliere il pellet giusto per il riscaldamento è essenziale per garantire efficienza, risparmio e durata della stufa. Tuttavia, concentrarsi solo sul prezzo più basso può rivelarsi un errore a lungo termine.

Un pellet di scarsa qualità potrebbe sembrare vantaggioso inizialmente, ma comporta costi più alti in termini di manutenzione e consumo di combustibile. Un pellet scadente può infatti intasare la stufa e usurare la canna fumaria, riducendo l’efficienza del sistema.

Questo significa che si sarà costretti ad aumentare la potenza della stufa per mantenere la stessa temperatura, con un conseguente aumento dei consumi energetici.  Per questo motivo, è importante saper riconoscere le caratteristiche di un pellet di buona qualità, evitando di scegliere esclusivamente in base al prezzo.

Il primo aspetto da considerare è il tipo di legno utilizzato. Un buon pellet deve essere fatto con legno vergine, preferibilmente di faggio o abete, senza aggiunta di sabbia o composti chimici. È fondamentale che il legno sia stato sottoposto esclusivamente a trattamenti meccanici, garantendo una combustione pulita e un minore accumulo di residui. Anche il diametro del pellet è importante: deve essere compreso tra 6 e 8 mm per garantire una buona resa.

Caratteristiche fondamentali di un pellet di qualità

Il potere calorifero del pellet è un altro indicatore di qualità. Un pellet di alto livello dovrebbe garantire un potere calorifico compreso tra 4,5 e 4,8 kWh/kg. Questo assicura che il combustibile sia in grado di generare calore sufficiente senza richiedere un consumo eccessivo. Inoltre, è importante tenere d’occhio la percentuale di umidità: un pellet troppo umido avrà una combustione meno efficiente. Il tasso di umidità non dovrebbe mai superare l’8%.

Un altro aspetto da valutare è il residuo fisso di cenere, che indica quanto sporca la stufa durante la combustione. Meno residuo significa una combustione più pulita e un minore bisogno di manutenzione. Il pellet certificato EN PLUS, in particolare quello di categoria A1, è un’ottima scelta: garantisce un contenuto di ceneri inferiore allo 0,7%, il massimo della qualità.

Pellet, come riconoscere quelloscadente - fonte pexels - sicilianews24.it
Pellet, come riconoscere quelloscadente – fonte pexels – sicilianews24.it

Come testare il pellet a casa

Esistono anche dei semplici test casalinghi per verificare la qualità del pellet acquistato. Il primo consiste nell’osservare la quantità di polvere presente nel sacchetto: se c’è molta polvere fine, significa che il pellet tende a sgretolarsi facilmente e può danneggiare le componenti elettroniche della stufa.

Un altro test è la prova dell’acqua: immergendo una manciata di pellet in un bicchiere d’acqua, un buon pellet dovrebbe affondare senza intorbidire l’acqua. Se il pellet rimane a galla o l’acqua si sporca, la qualità è probabilmente bassa. Con questi accorgimenti, si può essere sicuri di scegliere un pellet che garantisca efficienza, risparmio e una lunga durata della stufa.