di Marco Vaccarella
PALERMO. Chiedono chiarezza sulla linea politica del partito, trasparenza sulla scelta dei candidati. E auspicano una riforma della legge elettorale per restituire ai cittadini il diritto di scegliare i propri rappresentanti nelle istituzioni. Sono i “formattatori” del Pdl, che ieri a Palermo hanno tracciato le linee guida per riscrivere le regole del partito. E lo hanno fatto sotto gli sguardi del coordinatore cittadino, Giampiero Cannella, di big come Giulio Tantillo e Giuseppe Milazzo, di Nunzio Moschetti, Agostino Portanova.
“Non è stata un’assemblea convocata dagli organi ufficiali del partito – precisano i promotori dell’iniziativa, Domenico Macchiarella, consigliere dell’ottava circoscrizione, e Gianfranco Arone, tra i giovani più attivi in città – ma dai militanti, simpatizzanti, sindaci dei comuni della provincia e consiglieri comunali che non si riconoscono nella classe dirigente cittadina del Pdl”.
La prima stoccata è per Renato Schifani: “Con lui non abbiamo mai condiviso nulla”. Frustate anche per Dore Misuraca, Giuseppe Castiglione e Domenico Nania. “Siamo l’unico partito ad avere tre coordinatori regionali – dice Davide Gentile, consigliere dell’ottava circoscrizione – e questo crea solo confusione. Forse, essere in tre serve proprio per non decidere nulla”. Gentile, dirigente di Giovane Italia, lamenta la “totale assenza di partecipazione giovanile nelle scelte del partito, imposte sempre dall’alto”.
Trasparenza nella rendicontazione nelle spese dei gruppi consiliari” chiede ancora Macchiarella, che al partito rimprovera anche “l’interruzione del dialogo con le attività produttive”. Di “strategia del fallimento” parla invece Gianfranco Arone, tra i più attivi a Palermo nelle fila del Pdl: “siamo fuori dal Comune, fuori dalla Regione. Fuori da tutto. Il futuro del partito, al momento, non è credibile. Per dare un segnale, si potrebbe introdurre il limite del doppio mandato degli eletti. Mi auguro – conclude Arone – che accanto ad Alfano si affianchino persone capaci, altrimenti sarebbero inutili le primarie del centrodestra”.
Sul segretario del Pdl, che in questi giorni prova a salvare un partito orfano della leadership berlusconiana, interviene Giulio Tantillo: “Alfano è l’unico dirigente del Pdl che merita il nostro rispetto, gli altri non esistono, a Palermo non si sono mai visti”. Tantillo contesta anche le scelte del partito sulle candidature, imposte dall’alto: “Non deve passare il principio dell’appartenenza, ma quello della competenza. Se si non cambia in questa direzione, sarà rottura”.
E appena giovedì, momenti di tensione con lo stato maggiore del Pdl durante una riunione romana nella quale Giampiero Cannella, deputato nazionale, per un momento pare sia stato pronto a dare l’addio, prima delle rassicurazioni di Alfano sulle primarie.
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