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di redazione
Il governo regionale da ieri non ha più l’appoggio del Partito Democratico, di conseguenza il governatore Raffaele Lombardo, non ha più la maggioranza all’Ars. Almeno secondo le parole pronunciate dal segretario del Pd Giuseppe Lupo, “il nostro partito non può più sostenere un presidente della Regione che ha subito l’imputazione coatta per concorso esterno in mafia”.
L’assemblea regionale del Pd che si è svolta ieri al San Paolo Palace di Palermo, si chiude con un compromesso tra il segretario Giuseppe Lupo, che esce un po’ più forte e un po’ meno libero, e l’ala che fa capo al duo Cracolici-Lumia e a Innovazioni. Ritirata la mozione di sfiducia nei suoi confronti, il segretario resta quindi in sella, ma con un ufficio politico a supportarlo.
Quella di ieri è stata una riunione di fuoco, che ha rischiato di far implodere il partito, uscito sconfitto dalle ultime elezioni amministrative in Sicilia. Sopratutto a Palermo, dove è riuscito a raccogliere soltanto il 7% dei consensi. Ma ieri, alla fine dell’assemblea, non c’è stata la resa dei conti che in molti attendevano. Come Davide Faraone, che nei giorni scorsi aveva chiesto le dimissioni del gruppo dirigente, responsabile del disastro del Pd e che ieri ha definito l’incontro ‘una pupiata’. ‘Anche questa volta la sconfitta elettorale non avrà responsabili ‘ dice – Tutti ai propri posti. Coloro che hanno presentato la mozione di sfiducia, e coloro che l’hanno subita’.
Numerosi gli interventi degli esponenti del partito, tra questi molti giovani che hanno urlato ‘vergogna’ mentre in una stanza cinque persone stavano decidendo le sorti del partito attraverso un accordo tra le anime. Un dialogo portato avanti soprattutto dagli uomini di Innovazioni, Nino Papania in testa, apparentemente il più soddisfatto.
‘Questo partito ‘ dicono i giovani delegati – continua a non dialogare con la gente. Siamo solo esponenti di una lacerazione continua che si colma solo con gli accordi di potere. Niente partecipazione, l’assemblea non è stata neanche interpellata’.
Il documento su cui si è raggiunto l’accordo, alla fine infatti non è stato nemmeno votato, perché non previsto all’ordine del giorno. In poche righe, comunque, Lupo si dice disposto ad accogliere quel supporto che qualcuno nei giorni scorsi aveva definito un ‘direttorio’, a patto che venisse ritirata la mozione di sfiducia. Nel testo, approntato in pochi minuti, c’è anche una netta condanna del governo Lombardo e la richiesta che il governatore ‘formalizzi’ le sue dimissioni.
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