La presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio convocherà la prossima settimana la Giunta provinciale che delibererà in merito a tutte le iniziative da intraprendere a tutela dei propri associati, che stanno subendo danni catastrofici, e per “riaprire”.
“Riaprire deve essere la parola d’ordine – dice la Di Dio -, il primo nostro obiettivo ma con misure davvero utili al contenimento del contagio. Chiediamo un cambio radicale di passo per le misure di contenimento del virus che, così come sono, non solo sono inique perché colpiscono immotivatamente solamente alcune categorie, ma anche illogiche e inutili. Subiamo danni senza motivo, dopo un anno siamo messi addirittura peggio”.
“Chiediamo – prosegue la Di Dio – di essere coinvolti per collaborare costruttivamente per quello che riguarda le nostre attività, per procedere in sicurezza e limitare i contagi. Ancora una volta l’appello è di lavorare insieme per riaprire tutto, con soluzioni che diano concrete garanzie di sicurezza. Invochiamo rispetto e verità. L’economia siciliana ha già danni per 10 miliardi. Stimiamo in due miliardi di euro i danni subiti nella sola provincia di Palermo per le restrizioni imposte senza una logica se, come sembrerebbe, basate su dati errati. Il che confermerebbe che i nostri sacrifici sarebbero stati addirittura inutili. E di questo chiederemo conto nelle sedi e nei modi più opportuni”.
“I fatti delle ultime settimane – dice l’avvocato Dagnino che ha già presentato per l’associazione istanza di accesso gli atti – inducono a domandare verità e trasparenza per conoscere se le decisioni assunte negli ultimi giorni siano basate su dati affidabili, alla luce dei balletti delle cifre, delle discordanze fra le autorità competenti e dei forti dubbi gettati sul sistema di raccolta dei dati anche da recenti provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Stiamo studiando anche le azioni processuali per far conseguire risarcimenti danni ai nostri associati, derivanti da eventuali errori nelle procedure di rilevazione dei dati. Dal punto di vista giurisprudenziale, esistono già dei precedenti. Una recente decisione del tribunale amministrativo regionale della Calabria ha infatti recentemente annullato un’ordinanza emergenziale locale perché gli elementi istruttori su cui si basava non erano sufficienti a giustificarla”.
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