Quattordici anni fa, nella sua abitazione di Trappeto, moriva Danilo Dolci, era il 30 dicembre del 1997, nel giorno del ricordo del sociologo triestino celebre per le sue battaglie non violente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti ed il lavoro e per la realizzazione della diga jato, il partito della Rifondazione Comunista ha organizzato come di consueto una celebrazione in via Iannello nel quartiere Spine Sante a Partinico, dove in una modestissima dimora, Danilo Dolci iniziò lo sciopero alla rovescia. Alla base c’era l’idea che, se un operaio, per protestare, si astiene dal lavoro, un disoccupato può scioperare invece lavorando. Diceva il sociologo, ‘Se l’occhio non si esercita, non vede. Se la pelle non tocca, non sa. Se l’uomo non immagina, si spegne’.
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Ed anche l’amministrazione comunale di Partinico, guidata al sindaco Salvo Lo Biundo ha voluto ricordare nell’anniversario della morte, Danilo Dolci, intitolando alla sua memoria una strada
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(Teleoccidente)
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