‘Ho fiducia nella magistratura ed avendo la coscienza a posto sono sereno e convinto che tutto sarà chiarito’. E’ stato sostanzialmente questo il senso dell’intervento in Consiglio Comunale di Pietro di Trapani, da ieri indagato dalla Procura di Palermo per associazione mafiosa. Il consigliere 67enne ieri sera, è apparso comunque abbastanza sereno, ha fatto l’intervento iniziale nella pubblica assise, seguito in rigoroso silenzio dai suoi colleghi ma anche dai cittadini presenti in aula consiliare. L’accusa nei suoi confronti è quella di aver avuto rapporti con la cosca dei Vitale e in particolare secondo gli inquirenti, il consigliere comunale ha fatto da tramite per un suo cugino Antonino Di Trapani, rappresentante della ditta Rosa srl alla quale gli uomini di Vitale hanno imposto di affidare i lavori di sbancamento in un suo cantiere, destinato alla costruzione di villette, ad una ditta a loro gradita, imponendogli anche il costo dello sbancamento a metro quadrato, 5,50 anziche 3,50. Sono accuse assolutamente da provare che comunque hanno portato la Procura ad emettere un avviso di garanzia per il politico partinicese. Pietro Di Trapani, ha preferito non fare dichiarazioni e ci ha riferito che chiederà di essere subito interrogato per chiarire la sua estranietà ai fatti che gli sono contestati. Dalle sue parole però è apparso chiaro il suo rammarico per essere stato rinnegato dal responsabile dell’Mpa di Partinico Enzo Briganò. Di Trapani nel 2010 aveva ufficializzato la sua adesione all’ in Consiglio Comunale per sostenere l’allora assessore Mimmo Briganò Fratello di Enzo. servizio nel tg di federico orlando
(Teleoccidente)
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