Partinico, dipendente comunale assolto da accusa di truffa e peculato
Assolto dall’accusa di peculato e truffa, Antonio Tinnirello, dipendente del comune di Partinico. La vicenda era scoppiata dopo un incidente stradale avvenuto quattro anni fa. L’uomo, che era anche collaboratore della compagnia di assicurazione Zurich, era accusato dalla Procura di avere intestato …
Assolto dall’accusa di peculato e truffa, Antonio Tinnirello, dipendente del comune di Partinico. La vicenda era scoppiata dopo un incidente stradale avvenuto quattro anni fa. L’uomo, che era anche collaboratore della compagnia di assicurazione Zurich, era accusato dalla Procura di avere intestato quattro polizze a persone decedute. Tra queste, c’era anche quella di un auto coinvolta nell’incidente. La sua posizione, poi, è stata aggravata dal fatto che dal suo ufficio al comune di Partinico aveva utilizzato il fax per la trasmissioni di documenti relativi a tre polizze. Da qui l’accusa di peculato. La procura aveva chiesto per lui una condanna a un anno di reclusione e 500 euro di multa. Ma il pm, nella sua requisitoria, ha chiesto di prosciogliere l’imputato per quanto riguarda l’accusa di peculato. Seguendo un orientamento costante della giurisprudenza della Cassazione, infatti, si è chiesto quale potesse essere il danno, l’effettivo nocumento della condotta di Tinnirello che, in svariati anni, ha utilizzato tre volte il fax per motivi privati. ‘Anche se il peculato materialmente c’è, se non c’è un apprezzabile valore economico non è punibile’, ha detto il pm. Il danno, infatti, sarebbe quantificabili in centesimi di euro.
Quanto all’accusa di truffa ai danni della Zurich, costituitasi parte civile, per l’accusa c’era una ‘chiara ed evidente responsabilità’, aggravata dall’abuso di prestazione d’opera. La difesa, rappresentata dall’avvocato Agostino Lombardo del foro di Palermo, ha sottolineato come Tinnirello non fosse direttamente coinvolto nella falsificazione dei documenti, come le pratiche incriminate, dal 2001 al 2007, siano quattro su 314 fascicoli passati ai raggi x dagli inquirenti, come, insomma, non avesse responsabilità diretta per la truffa all’assicurazione. E i giudici gli hanno dato ragione.
(Teleoccidente)