Parco giochi vietato ai social, Fedez-Ferragni non saranno testimonial

Parco giochi vietato ai social. “Fedez e Chiara Ferragni hanno rifiutato la proposta di essere testimonial del parco giochi vietato ai social. Siamo molto delusi e rammaricati della decisione, poteva essere l’occasione per lanciare un messaggio positivo soprattutto ai giovani. Ma non ci arrendiamo”.
Lo comunica l’associazione Genitori balestratesi che sta portando avanti a Balestrate, provincia di Palermo, la raccolta fondi per realizzare il primo parco giochi al mondo vietato ai social, dove smartphone e tablet andranno chiusi in un armadietto all’ingresso con tanto di timer, e chi non rispetterà la regola sarà multato simbolicamente, per contribuire a iniziative benefiche.

Parco giochi vietato ai social, associazione Genitori balestratesi molto delusa

L’associazione è stata liquidata con una mail di poche parole: “Ti ringraziamo per la proposta ma gli impegni già presi per i prossimi mesi non ci permettono di partecipare”. I genitori sono molto delusi: “Non chiedevamo soldi ma soltanto la testimonianza della famiglia social per eccellenza, per dimostrare a tutti l’importanza della vera socialità, della riscoperta dell’intimità di certi valori. Non siamo assolutamente contro la tecnologia e neanche contro i social, ma è ormai evidente il rischio di una degenerazione. Tra l’altro sappiamo quanto Fedez e Chiara amino la Sicilia e li avremmo accolti a braccia aperte”.

Secondo il Global Digital 2018, in Italia il 73% della popolazione è online (43 milioni di persone), con 34 milioni di utenti attivi sui social media. Di questi 30 milioni navigano sui social da telefonino. Trascorriamo 6 ore e 8 minuti in media su internet, quasi due ore sui social, 3 ore nella visione di trasmissioni, 45 minuti nell’ascolto di musica in streaming.
L’associazione non si arrende: “Tanti ragazzi sono rimasti delusi, questo progetto ha un alto valore simbolico e sociale e ha avuto grande risonanza in tutta Italia. Avevamo individuato in Fedez e Ferragni la famiglia ideale per veicolare il messaggio del progetto. I bimbi avevano preparato i tesserini da socio onorario, eravamo convinti della bontà del progetto perchè non chiedevamo nulla in cambio. Riteniamo che il rifiuto sia stato in realtà la scelta affrettata dello staff e chiediamo alla famiglia Lucia-Ferragni di ripensarci”.