ASTI (ITALPRESS) – “Gesù ci dà la possibilità di regnare nella nostra vita se ci arrendiamo al suo amore mite, che sempre ti perdona. Noi ci stanchiamo di perdonare, lui mai. Sempre ti rimette in piedi e ti restituisce la tua dignità. Dobbiamo amare lui, per liberarci dalla schiavitù dell’Io. Non abbiamo un Dio ignoto e lontano, è un Dio vicino, è lo stile di Dio la vicinanza. Non ha un altro stile, è vicino, misericordioso e tenero. Compassionevole”. Così Papa Francesco nell’omelia della funzione di celebrata nella cattedrale di Asti.
Ricordando il passo del Vangelo sulla crocefissione di Gesù, Bergoglio ha ricordato: “E ora cosa possiamo fare? Il vangelo ci pone due strade: c’è chi fa lo spettatore e chi si lascia coinvolgere. Molti sono gli spettatori che guardano Gesù morire in croce, non cattiva gente, ma lo guardiano curiosi e indifferenti, senza chiedersi cosa possono fare. E’ il contagio letale dell’indifferenza. L’onda del male si propaga così, prima si prendono le distanze, poi ci si abitua, e si guarda dall’altra parte. E accade anche per la fede, se non c’è coinvolgimento, si diventa cristiani all’acqua di rose, sono quelli che non pregano e non si curano degli altri. Sono cristiani superficiali. Non siamo al mondo solo per salvare noi stessi, ma per intercedere e salvare gli altri. Oggi Gesù ci guarda a braccia aperte, sta a noi scegliere se essere spettatori o coinvolti”, ha concluso.
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