Pandemia e scuola, Orlando: “La Regione rimandi la riapertura”
“Il governo regionale adotti un atto di responsabilità politica rinviando l’apertura delle scuole. Se ciò non dovesse accadere, in qualità di sindaci, adotteremo con grande disappunto le nostre determinazioni, convinti come siamo che davanti ad un pericolo e ad una situazione confusionaria non si possa far finta di niente”. Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente dell’Anci Sicilia, durante il tavolo tecnico di stamattina convocato dalla Regione in merito alla riapertura delle scuole a partire da lunedì 10 gennaio.
La task force ha visto la partecipazione dell’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla, dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, di presidi, professori e studenti siciliani. Presenti anche le organizzazioni sindacali. Durante il tavolo, da parte della comunità scolastica e dei sindacati, è emersa la condivisione delle posizioni espresse già ieri da oltre duecento sindaci siciliani. Ovvero il rinvio dell’apertura delle scuole in presenza e dell’istituzione della Dad a tutela della salute.
“Sussistono – ha aggiunto Orlando – problemi di carattere gestionale. Mi riferisco agli assembramenti davanti alle scuole, al problema dei trasporti, alla mancanza delle mascherine Ffp2, all’assenza dei dati sui contagiati classe per classe, per cui i dirigenti si troveranno a gestire una situazione impossibile. Non dobbiamo dimenticare la pressione sulle strutture sanitarie”.
Secondo Orlando, dunque, “evitare la riapertura in presenza quando mancano le basilari norme di sicurezza è misura di prudenza. Ricordo che la Regione potrebbe intervenire non in contestazione con la normativa nazionale ma facendo leva su una condizione di reale pericolo che fa scattare i poteri del presidente della Regione”. Per il presidente dell’Anci “in assenza di un’ordinanza chiara da parte del governo Musumeci che rinvii la riapertura delle scuole convocheremo un ulteriore incontro oggi pomeriggio per condividere un testo comune di ordinanza che terrà conto dei singoli contesti territoriali. I sindaci non cercano alcuno strappo istituzionale ma fanno il possibile per garantire il diritto alla salute”.