Palermo, 3 mag. – Derubano, picchiano e violentano un connazionale per ‘convincerlo’ ad interrompere una relazione extraconiugale. Con l’accusa di lesioni personali aggravate, sequestro di persona, violenza sessuale di gruppo e rapina, ai danni di un cittadino nigeriano, 39enne, residente a Siracusa, i carabinieri hanno arrestato a Palermo una coppia di connazionali: un 29enne e una 44enne.
Le indagini sono scattate lo scorso 28 febbraio quando i militari hanno trovato in un appartamento chiuso a chiave in via Scillato, un cittadino nigeriano, accasciato a terra. L’uomo ha raccontato agli investigatori l’odissea patita negli ultimi due giorni, a causa di una relazione extra coniugale con la connazionale finita oggi in manette. Il giorno precedente su richiesta dell’amante la vittima era arrivata a Palermo da Siracusa, dove vive insieme alla moglie e al figlio. Una volta arrivato a casa della donna, per’, l’uomo ha trovato ad attenderlo il marito e altri 10 connazionali, che lo hanno aggredito.
Dopo il pestaggio, il gruppo ha condotto la vittima in un ristorante africano nel quartiere di ”Ballar”’, dove al termine della cena l’uomo sarebbe stata condotto in bagno, seviziato e costretto a subire un atto sessuale e giurare di non frequentare più la donna, con cui aveva intrattenuto la relazione. Dopo la violenza è stato di nuovo accompagnato nell’appartamento in via Scillato, privato del cellulare e rinchiuso dentro, nonostante avesse bisogno di cure mediche. Solo grazie alla segnalazione di un cittadino, messo in allarme dalle grida di aiuto, i carabinieri hanno potuto rintracciare la vittima.
Dalle indagini è emerso, poi,che la spedizione punitiva avrebbe coinvolto anche la moglie della vittima, che la 44enne finita oggi in manette aveva tentato di far venire a a Palermo, minacciando di morte il marito, “evidentemente per riservarle lo stesso trattamento” spiegano gli investigatori. Il gip, su richiesta del sostituto procuratore di Palermo, ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due indagati ritenendo sussistente il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove utili all’identificazione dei complici. Per i due si sono così spalancate le porte dell’Ucciardone e del Pagliarelli.
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