Palermo-Udinese 2-3: lacrime d’addio, i rosa salutano Miccoli e la Serie A

di Christian Guzzardi

Il racconto della partita e’ racchiuso tutto nelle lacrime di Miccoli dopo il fischio finale. Il capitano, stremato, piange a circondato dai compagni e consolato dai cori dei tifosi. A lui si rimprovera molto poco,  quasi nulla.

di Christian Guzzardi

Il racconto della partita è racchiuso tutto nelle lacrime di Miccoli dopo il fischio finale. Il capitano, stremato, piange a circondato dai compagni e consolato dai cori dei tifosi. A lui si rimprovera molto poco,  quasi nulla. Critiche fortissime piovono invece sul presidente Zamparini. Le curve non smettono di fischiare neanche per un istante il patron rosanero.

Palermo- Udinese è però stata molto di più. Una partita iniziata con fervore ma finita male. A testimoniarlo è soprattutto la grande presenza di pubblico. Il Barbera è infatti una vera e propria bolgia. I tifosi cantano e incitano i giocatori con la speranza nel cuore di raggiungere il risultato più atteso.

Sulle ali dell’entusiasmo il Palermo parte fortissimo;  pressing alto e tanta corsa.  La voglia di vincere a tutti i costi però punisce subito i rosanero. Al ‘10 minuto Gabriel Silva recupera palla a centrocampo e lancia Muriel con uno splendido pallonetto. Il colombiano, in un mix di velocità e potenza,  si beve la difesa dei rosa e fa partire un bel tiro a giro che batte Sorrentino. La partita si mette così immediatamente in salita per i ragazzi di Sannino.

Dopo il goal subito i padroni di casa accusano il colpo e perdono lucidità. L’Udinese si limita a gestire la partita con Muriel e Di Natale impegnati a presidiare la trequarti.

Il Palermo appare come svanito. Al ’33 però arriva un insperato pareggio. Miccoli cade in area di rigore spinto da Herteaux. Giannoccaro fischia il calcio di rigore. Al dischetto si presenta il capitano che, senza indugio, spiazza  il portiere friulano con un bolide che si insacca all’incrocio dei pali. É 1 a 1.

Dopo il pareggio il Palermo cresce. Al ’39 l’arbitro annulla un goal a Dossena per fuorigioco. Nonostante ciò il primo tempo si chiude in pareggio.

Nella ripresa il Palermo tenta ancora di andare in vantaggio, andandoci molto vicino ma non abbastanza. Miccoli, al ’49, spreca una bella occasione mandando alto un pallonetto da solo davanti a Brkic.

Al ’53 Giannoccaro fischia un calcio di rigore in favore dell’Udinese per fallo di mano di Aronica.  Sorrentino però riesce a respingere il tiro centrale di Di Natale mandando in estasi il pubblico del Barbera. La prodezza di Sorrentino tuttavia non basta.

Dieci minuti più tardi però la squadra di Guidolin riesce a tornare in vantaggio. Angella schiaccia di testa mandando in rete un corner di Di Natale.

Il Palermo è di nuovo sotto. Sannino a questo punto tenta il tutto per tutto. Viene buttato nella mischia pure Hernandez  nel tentativo di dare maggior peso al reparto offensivo.

Il Palermo continua così ad attaccare a testa bassa. Al ’70 Ilicic si esibisce in una grande cavalcata. Quello che manca però è il tap-in vincente.

A dieci minuti dalla fine arriva il pareggio.

Hernandez scaglia un tiro fortissimo dal limite dell’area e batte il portiere dei bianconeri. Il 2 a 2 fa scoppiare di gioia il pubblico.

Tre minuti più tardi arriva però la beffa. Sorrentino pasticcia in area di rigore facendosi rubare palla. Benatia che indisturbato mette in rete il goal del vantaggio, il goal che vale la vittoria dell’Udinese.

La partita si chiude così sul 2 a 3. Il Palermo, sconfitto,  dice così molto probabilmente arrivederci alla massima serie. La squadra di Sannino resta così a 32 punti in classifica. Davanti il Genoa a 36. Ad oggi i quattro punti infatti appaiono un ostacolo insormontabile.  

Nonostante alcuni errori individuali è veramente difficile rimproverare qualcosa alla squadra vista oggi al Barbera. Restano negli occhi le immagini di un pubblico (oggi erano 25.000 i tifosi presenti allo stadio) che non ha smesso di stare vicino alla sua squadra anche nel momento più brutto, quello che nessuno avrebbe voluto vivere.

Sannino: “Abbiamo dato tutto. Il Palermo sarà sempre una squadra da Serie A ”

Miccoli: “Sono pronto a restare anche in B”

Nel dopo partita mister Sannino e il capitano Fabrizio Miccoli (visibilmente commosso) hanno risposto alle domande dei giornalisti presenti in sala stampa.

SANNINO:

Una partita che rispecchia il cammino del Palermo? Compromessa, ripresa e poi persa?

I ragazzi hanno fatto una partita straordinaria. Peccato che questo spirito sia uscito fuori troppo tardi. C’è amarezza e delusione. Ringrazio i tifosi che sono stati straordinari. Loro hanno capito che i ragazzi hanno dato tutto quello che potevano dare. È stata una partita straordinaria.

A fine partita ha voluto portare i ragazzi sotto la curva.

Si dovevano guardare negli occhi quelli che sono venuti stasera.

La matematica però ancora non vi condanna.

Dobbiamo onorare il campionato fino alla fine. Quando sarà finito tutto ognuno si prenderà le proprie responsabilità. Ma il Palermo comunque non retrocederà mai. Questaè una squadra, è una città, da Serie A.

Sannino si è poi rivolto direttamente ai giornalisti. “Capisco la delusione, ma più di così non si doveva fare. Dobbiamo lavorare ancora. Anche voi riconoscere l’impegno della squadra. Tutti devono capire i problemi della società. Stasera mi piacerebbe che si prendesse una sconfitta per quella che è. ”

MICCOLI:

Cosa ti è passato per la testa dopo il fischio finale?

Se m’avessero detto che retrocedevo a Palermo non c’avrei mai creduto. Una stagione iniziata male e finita peggio; cambio di allenatori, direttori, squalifiche dalla panchina, partite perse al ’90. Da quando è tornato Sannino per lo meno abbiamo giocato con dignità e onore. Ho fatto sei anni qua. Ho dato tutto a Palermo. Nonostante tante richieste sono sempre voluto restare qua. Andare via da qui e lasciare il Palermo in serie B, se andrò via mi resterà dentro per sempre.

Quali sono state le responsabilità della squadra?

Per troppo tempo abbiamo creduto di poter recuperare. Però quando non vinci in casa con le dirette concorrenti non c’è molto da fare. Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità. Dobbiamo fare un esame di coscienza e ripartire da qui.

Hai detto a Sky che saresti disponibile a restare, però vuoi parlare col presidente. Cosa vuoi sapere da lui?

Voglio che lui mi dica se ci sono le base per restare, se vuole rinnovare, oppure vuole cambiare. Non ho problemi di categoria. Se troveremo un accordo sono pronto a restare.  Se vediamo che non ci sono i presupposti prenderò un’altra decisione (la più probabile ndr). Difficilmente mi potrò dimenticare di questa città. Me la porterò con me aldilà di tutto. E poi voglio essere chiaro. Se resto in B non voglio più sentire critiche immotivate nei miei confronti. Voglio essere come tutti gli altri.