Categories: Cronaca

Palermo: trasporti da terzo mondo

di Enrico Ruffino

E’ un’epopea, anzi: una vergogna. ” Mi scusi, io non sono di qua, ma il cartellone indicante gli orari dell’autobus dov’è?”. Imbarazzo. E poi una, due e anche due ore e mezza ad aspettare ansiosamente l’autobus in quella preistorica fermata sentendo le lamentale di qualunque cittadino Palermitano che si appresti a prendere un autobus. Ti rechi al capolinea, dopo un’ora mezza che aspetti la linea 619 e noti gli autisti che ridono,scherzano e, disinvoltamente, prendono il caffè. Ma tu, intanto, aspetti a piazza Alcide De Gasperi. Persone meno pazienti, ma comunque abituate, si innervosiscono. La 619 è la linea che congiunge piazza Alcide De Gasperi al quartiere popolare dello Zen, quindi il sostrato più basso della società si innervosisce. Sbraita davanti a quei giocherelloni e scherzosi autisti che ti rispondono: ” ora passa, ora passa”. Intanto aspetti e aspetti. Poi hai il miraggio di un autobus ti si pone davanti.

Sei felice ma la tua felicità viene travolta da un onda barbarica e arrabbiata che ti sovrasta perche, di certo, non vuol perdere pure quello di autobus. Sali in quel vecchiotto, primitivo bus ma sei schiacciato come una salamella: le ore accumulate hanno accumulato gente, per giunta incazzata. Autobus che di “sicuro” non hanno nulla: alla prima fermata ti può capitare di precipitare in avanti e se sei un anziano, meglio i piedi: rischi di meno. Un posto a sedere è un sogno. Ti è andata bene che è passato. Essendo schiacciato come una salamella, non ti azzardi nemmeno a chiedere di poter passare per timbrare il biglietto: sia perchè la gente ti guarda male ( ” ma che ci timbra lei, un lu vire ca un funziona niente”) sia perchè passare implicherebbe uno sforzo biblico. Certo se vuoi andare in periferia devi avere la macchina, i servizi non ti aiutano per nulla. Se vuoi andare in centro, magari da piazza Alcide De Gasperi, puoi anche farlo: 101 e 106 passano più frequentemente di una 619, ma quando sali e senti una vocina che ti dice ” prossima fermata: statua”, ti senti preso un pò in giro. Uno perchè è l’unica vettura in tutta la città che ti dice dove siamo, due perchè pensi che, con tutto quello che si dovrebbe migliorare, spendere soldi per quell’aggeggino, per giunta in una vettura antiquata, ti sembra veramente inutile. Ormai i controllori, dopo che qualche collega è stato pestato, non fanno più multe. Si limitano a far scendere qualcuno e il problema è risolto. Ma la cosa bella di questo servizio è che puoi arrivare quando vuoi alla fermata, senza sapere minimamente quando passa. Le fermata sono quelle di quindici anni fa, in periferia non sono mai state cambiate. Pali con una nitida scritta ” fermata”. A volte qualche nuovo autista non sa neanche che quel palo sia una fermata. Lo devi gridare tu: ” la fermataa!!”.

Al centro qualche nuova fermata c’è, ma nuova si intende di minimo 15 anni fa e comunque sprovvista di una copia cartacea di quando, orientativamente, dovrebbe passare l’autobus. Sul sito trovi qualche orario di qualche linea, ma se ti appresti a volerci credere, ti rechi alla fermata e poltrisci o, se sei fortunato, lo prendi al volo. La repubblica Palermo, qualche settimana fa, ha fatto un mini reportage e ha constatato che per alcune linee si aspetta anche due ore. Tutto ciò cosa alimenta? Chi ha la macchina la prende in continuazione, anche per fare un km. I ragazzini chiedono ai genitori il motorino che gli viene concesso solo per il fatto che aspettare l’autobus è veramente un dramma a Palermo. Quindi: lo smog aumenta e gli incidenti pure. Ma non basta. qualche tempo fa si è scoperto che l’Amat assumeva autisti senza la patente. Risposta del sindaco: ” Vabbè impareranno”.

Redazione

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