Palermo, 20 nov.- La Squadra mobile di Palermo ha arrestato nella notte nove presunti rapinatori accusati di fare parte della ‘banda del buco’ che, nei mesi scorsi, ha messo a segno diverse rapine in banche e gioiellerie. Coinvolto anche un metronotte infedele. I nove sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla perpetrazione di rapine in danno di istituti bancari, uffici postali e gioiellerie. In manette sono finiti Tommaso Cipolla, Salvatore Battaglia, Dario Borgia, Natale Caravello, Giuseppe Giuliano , Bruno Forti, Giovanni Burgarello e Rosolino Lo Iacono.
La tecnica della ‘del buco’, consisteva dapprima nell’individuare un obiettivo da rapinare attiguo a un locale accessibile dall’esterno, abbandonato o poco frequentato. Successivamente nel procedere, all’interno del locale, in orario notturno o nei pomeriggi dei giorni festivi, a operazioni per forare la parete adiacente a quella dell’obiettivo da rapinare, fino al limite dell’ultimo strato di muratura. E, infine, nell’irrompere all’interno della banca, dell’ufficio postale o della gioielleria dopo aver abbattuto l’ultimo strato di muro, impossessandosi del denaro o di altri beni preziosi con minaccia o violenza in danno del personale presente, che spesso veniva segregato in una stanza e legato.
“L’indagine condotta ha dimostrato che l’associazione aveva una complessa struttura verticistica con un capo investito e riconosciuto dagli accoliti, una sede dove si tenevano le riunioni, suddivisione degli introiti, sistemi protetti di comunicazione (telefoni intestate a persone non riconducibili agli indagati e radiotrasmittenti in grado di intercettare le frequenze della polizia giudiziaria), armi da fuoco, attrezzi da scasso e chiavi adulterine, auto utilizzate per raggiungere gli obiettivi da rapinare”, spiegano gli inquirenti.
L’associazione per delinquere operava in modo pressochè costante dal 2009 al 2010 ed era riuscita a individuare numerose banche e uffici postali da rapinare, avendo già predisposto i sistemi di accesso a detti siti attraverso la realizzazione di aperture nelle pareti dei locali da rapinare. Si è accertato il coinvolgimento nei fatti criminosi di un metronotte in servizio presso un istituto di vigilanza di Palermo che, violando i suoi doveri di fedeltà alla funzione di guardi giurata che svolgeva, forniva all’associazione preziose informazioni – logistiche e organizzative – utili per la consumazione di rapine. L’indagine è stata coordinata dal Procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dal pm Maurizio Bonaccorso, mentre l’ordinanza cautelare è stata emessa dal Gip presso il Tribunale di Palermo, Nicola Aiello.
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